Froome mette tutti a tacere Anche Armstrong e Jalabert
Sull’ultima cima pirenaica vince Rodriguez, Nibali sta coi big
Non più di due mandati e comunque al massimo otto anni in carica. Potrebbero diventare più severe le regole per le nomine ai vertici del Coni e delle varie Federazioni sportive. Una vera e propria rivoluzione anche perché con le nuove norme 29 degli attuali 45 presidenti delle federazioni sarebbero costretti a lasciare il posto. Tutto questo dopo Rio. Un dato che fa riflettere, e anche comprendere, quanto i vertici sportivi siano poco propensi al ricambio. Rischia di provocare un terremoto l’emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle al ddl sul rinnovo dei mandati degli organi del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) e delle federazioni sportive nazionali, approvato in commissione Cultura del Senato. Se sarà votato e diventerà legge saranno parecchi a dover mollare il posto. «Grazie al M5S — spiega la prima firmataria dell’emendamento Enza Blundo — arriva una ventata di democrazia e trasparenza anche nello sport. In Commissione Cultura è stato approvato un emendamento che pone un limite alla durata del mandato dei vertici del Coni e delle altre
Cronisti? I giornalisti che attendono Chris Froome sotto il podio sembrano piuttosto medici ospedalieri in visita mattutina. Il paziente in maglia gialla ( pallido, scheletrico ma comunque sorridente) è ampiamente collaborativo. Quanto pesa, signor Froome: «Dovrei essere sui 70 chili. Ma non salgo sulla bilancia tutti i giorni». Le sue pulsazioni a riposo? «Più o meno 35, prese al mattino appena sveglio » . Bene, bene. E quelle massime? «170, l’ho già detto ieri». Fa per caso uso di chetoni, Chris? Sa, quegli integratori che si dice distruggano i grassi… «No dottore, non li usa nessuno a Sky». Dorme bene la notte? «Sì certo, ma non nei Federazioni sportive nazionali. L’emendamento è passato con parere favorevole del governo che pure all’inizio si era opposto. L’emendamento approvato introduce il limite drastico di un solo voto per delega nell’ambito delle votazioni per l’elezione degli organi direttivi, prevede il voto segreto e riduce a due il limite dei mandati per i dirigenti del Coni e delle altre Federazioni. È in ogni caso preclusa la permanenza in carica oltre il termine di otto anni». Ora però servirà l’approvazione del Senato per arrivare al via libera definitivo.
Singing in the rain «Purito» Rodriguez vince la terza tappa pirenaica (Getty Images) prima di essere risucchiato dal ciclone Sky), poi Nibali (due minuti), poi Valverde (qualche secondo). Infine Quintana, con una certa veemenza. L’unico cui ha risposto Re Chris in persona. Riacciuffato.
Molto più bella la lotta per la vittoria di tappa, una battaglia per restare in piedi tra due pugili ormai suonati: Rodriguez e Fuglsang. Purito Rodriguez, che corridore. Qui al Tour, a 36 anni, ha conquistato anche il Plateau de Beille dopo il Muro di Huy alla quindicesima stagione di una carriera fantastica. Che ti manca ancora, Purito? «Le corse che pensavo di aver vinto e invece ho perso — spiega lui con un filo di malinconia — ovvero il Giro d’Italia del 2012 e i mondiali di Firenze». Mondiali persi per il «tradimento » di Valverde, che s’impegna in un inutile sprint con Froome sul traguardo. Vince per un secondo Valverde e Chris fa un gesto di stizza: a lui, come un bambino, dà fastidio anche perdere la volata per il nono posto. E Nibali? Nibali c’è, nel senso che questa volta non si stacca dal gruppetto dei big. In classifica Vincenzo sale al nono posto. Davanti a lui, se la condizione dovesse migliorare, ci sono quattro corridori a portata di mano o quasi. Per avvicinare il podio serve un miracolo. O un crollo collettivo. Vista la stanchezza che gira, la seconda ipotesi è la più probabile.