Corriere della Sera

Froome mette tutti a tacere Anche Armstrong e Jalabert

Sull’ultima cima pirenaica vince Rodriguez, Nibali sta coi big

- Marco Bonarrigo

Non più di due mandati e comunque al massimo otto anni in carica. Potrebbero diventare più severe le regole per le nomine ai vertici del Coni e delle varie Federazion­i sportive. Una vera e propria rivoluzion­e anche perché con le nuove norme 29 degli attuali 45 presidenti delle federazion­i sarebbero costretti a lasciare il posto. Tutto questo dopo Rio. Un dato che fa riflettere, e anche comprender­e, quanto i vertici sportivi siano poco propensi al ricambio. Rischia di provocare un terremoto l’emendament­o presentato dal Movimento 5 Stelle al ddl sul rinnovo dei mandati degli organi del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) e delle federazion­i sportive nazionali, approvato in commission­e Cultura del Senato. Se sarà votato e diventerà legge saranno parecchi a dover mollare il posto. «Grazie al M5S — spiega la prima firmataria dell’emendament­o Enza Blundo — arriva una ventata di democrazia e trasparenz­a anche nello sport. In Commission­e Cultura è stato approvato un emendament­o che pone un limite alla durata del mandato dei vertici del Coni e delle altre

Cronisti? I giornalist­i che attendono Chris Froome sotto il podio sembrano piuttosto medici ospedalier­i in visita mattutina. Il paziente in maglia gialla ( pallido, scheletric­o ma comunque sorridente) è ampiamente collaborat­ivo. Quanto pesa, signor Froome: «Dovrei essere sui 70 chili. Ma non salgo sulla bilancia tutti i giorni». Le sue pulsazioni a riposo? «Più o meno 35, prese al mattino appena sveglio » . Bene, bene. E quelle massime? «170, l’ho già detto ieri». Fa per caso uso di chetoni, Chris? Sa, quegli integrator­i che si dice distruggan­o i grassi… «No dottore, non li usa nessuno a Sky». Dorme bene la notte? «Sì certo, ma non nei Federazion­i sportive nazionali. L’emendament­o è passato con parere favorevole del governo che pure all’inizio si era opposto. L’emendament­o approvato introduce il limite drastico di un solo voto per delega nell’ambito delle votazioni per l’elezione degli organi direttivi, prevede il voto segreto e riduce a due il limite dei mandati per i dirigenti del Coni e delle altre Federazion­i. È in ogni caso preclusa la permanenza in carica oltre il termine di otto anni». Ora però servirà l’approvazio­ne del Senato per arrivare al via libera definitivo.

Singing in the rain «Purito» Rodriguez vince la terza tappa pirenaica (Getty Images) prima di essere risucchiat­o dal ciclone Sky), poi Nibali (due minuti), poi Valverde (qualche secondo). Infine Quintana, con una certa veemenza. L’unico cui ha risposto Re Chris in persona. Riacciuffa­to.

Molto più bella la lotta per la vittoria di tappa, una battaglia per restare in piedi tra due pugili ormai suonati: Rodriguez e Fuglsang. Purito Rodriguez, che corridore. Qui al Tour, a 36 anni, ha conquistat­o anche il Plateau de Beille dopo il Muro di Huy alla quindicesi­ma stagione di una carriera fantastica. Che ti manca ancora, Purito? «Le corse che pensavo di aver vinto e invece ho perso — spiega lui con un filo di malinconia — ovvero il Giro d’Italia del 2012 e i mondiali di Firenze». Mondiali persi per il «tradimento » di Valverde, che s’impegna in un inutile sprint con Froome sul traguardo. Vince per un secondo Valverde e Chris fa un gesto di stizza: a lui, come un bambino, dà fastidio anche perdere la volata per il nono posto. E Nibali? Nibali c’è, nel senso che questa volta non si stacca dal gruppetto dei big. In classifica Vincenzo sale al nono posto. Davanti a lui, se la condizione dovesse migliorare, ci sono quattro corridori a portata di mano o quasi. Per avvicinare il podio serve un miracolo. O un crollo collettivo. Vista la stanchezza che gira, la seconda ipotesi è la più probabile.

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