Corriere della Sera

Aggredito per tutelare gli stranieri: «Potevo morire Non ci aspettavam­o una situazione così grave»

- R.Fr.

Fra i reperti sequestrat­i ieri mattina dalla polizia ce n’è uno che mette paura più di tutti gli altri. «Un pezzo di fioriera lungo 30 centimetri, tutto scheggiato. Peserà un chilo. Per fortuna che avevo indossato il casco un secondo prima, perché mi è finito subito sulla testa. E senza quello mi avrebbe ucciso». A parlare è un funzionari­o della polizia che ha guidato gli agenti contro il blocco stradale degli italiani e aperto un varco al pullman con i rifugiati verso il centro d’accoglienz­a. È anche il ferito più grave degli scontri con gli abitanti e una ventina di attivisti di CasaPound che non vogliono gli stranieri nell’ex scuola Socrate. E così i poliziotti si sono ritrovati fra due fuochi: aggrediti dagli italiani, e poi dagli estremisti, per difendere i migranti. «Se ci aspettavam­o una situazione del genere? — aggiunge il poliziotto — Non credo, ma quello che mi sconvolge di più è che non si può rischiare di morire perché qualcuno ti tira addosso un oggetto tanto pesante che ha rotto il casco». Il funzionari­o è stato dimesso dall’ospedale con alcuni giorni di prognosi. Come lui sono finiti al pronto soccorso 13 colleghi. Facevano parte della scorta al pullman dei rifugiati, partito dal centro d’accoglienz­a di via Visso, a San Basilio, dove i 19 stranieri (Bangladesh, Gambia e Nigeria le nazioni di provenienz­a) vivevano da tempo. Una protezione necessaria allargata anche all’ex scuola, presidiata dai blindati anche la notte scorsa, in attesa del prossimo trasferime­nto. Durante il corpo-acorpo di ieri con i ragazzi di Cpi, che indossavan­o i caschi da motociclis­ta, e i residenti, il poliziotto è stato colpito due volte. «Anche la prima alla testa, forse da una delle sedie di plastica che ci hanno tirato addosso. Ma non avevo il casco. L’ho indossato e mi è arrivato subito addosso il pezzo di fioriera. Potevano ammazzarmi».

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