Il piano dell’Europa, primi trasferimenti a partire da ottobre
Entro questa sera gli Stati membri della Ue dovranno mandare per iscritto alla presidenza di turno lussemburghese quanti migranti richiedenti asilo sono disposti ad accogliere da Italia e Grecia in due anni e dai campi profughi: il piano della Commissione prevede la ridistribuzione rispettivamente di 40 mila e 20 mila migranti. Fino a ieri la cifra dei 40 mila non era stata raggiunta, ma il giorno della verità sarà lunedì quando si terrà il Consiglio Affari interni. La discussione sui numeri sarà a porte chiuse, procedura che viene adottata quando i temi sono particolarmente delicati. La presidenza lussemburghese ha tutte le intenzioni di arrivare a un’intesa lunedì, anche se il faticoso accordo raggiunto tra i leader di Stato nel summit del 25 giugno scorso concede tempo sino a fine luglio. Se non ci sono intoppi, i trasferimenti potrebbero cominciare tra ottobre e dicembre. La Spagna è l’unico Paese che non ha ancora comunicato le cifre, mantenendo una posizione rigida contro il piano definito in più occasioni un errore che rischia di avere un effetto richiamo. In ottobre in Spagna ci sono le elezioni e Madrid deve fare i conti con l’opinione pubblica interna, così come la Polonia, altro Paese critico fin dall’inizio sul ricollocamento. Ungheria e Bulgaria hanno visto riconosciuta la situazione di emergenza e non dovranno prendere migranti. Ma le loro «quote» dovranno essere ridistribuite. Alcuni Paesi, quelli dell’Est in particolare, andranno convinti a fare di più. Si sta lavorando anche per rafforzare i rimpatri.