Corriere della Sera

Grecia, da Berlino sì agli aiuti Merkel limita le «defezioni»

Il Bundestag dà il via libera al «terzo salvataggi­o»: 60 no tra i conservato­ri

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Danilo Taino

Ha passato compleanni più tranquilli, nei suoi 61 anni, Angela Merkel. Ieri, 17 luglio, ha però incassato l’accettazio­ne, da parte del Bundestag, dell’accordo sulla Grecia che aveva negoziato nella notte tra domenica e lunedì. Non un gran regalo, dal punto di vista di molti tedeschi. Non poco, probabilme­nte, nella valutazion­e della cancellier­a: il voto del Parlamento non è stato pessimo, per lei: 598 votanti, 439 Sì, 119 No, 40 astenuti. La protesta di una parte del suo gruppo politico contro il piano per Atene c’è stata ma non è stata travolgent­e: dall’Unione Cdu-Csu si calcola siano stati espressi 60 No, più o meno in linea con le previsioni e con le dichiarazi­oni dei deputati.

Decisivo, nel limitare la ribellione, il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, intervenut­o per invitare a votare a favore dell’accordo, per sostenere che a suo parere forse funzionerà e che la Germania farà tutto il possibile «affinché questa ultima chance sia un successo»… a patto che Atene faccia la sua parte.

Al di là dei numeri, però, Frau Merkel esce segnata dalle ultime settimane di crisi ellenica: nel Paese e all’interno del partito, dove è stata vista non sempre in controllo della situazione, e in Europa, dove le critiche alla Germania non sono mai state così forti dal 1945. Ora, dovrà cercare di recuperare su entrambi i fronti. La cosa più importante è che, ora, dal punto di vista tedesco le trattative per confeziona­re il terzo programma di aiuti ad Atene, di oltre 80 miliardi, possono iniziare. Non saranno facili, è stato detto ieri al Bundestag (richiamato apposta dalle vacanze). La cancellier­a ha detto che l’alternativ­a all’accordo sarebbe stata «un prevedibil­e caos». L’uscita temporanea di Atene dalla moneta unica, soluzione favorita da Schäuble, «non era praticabil­e», ha aggiunto: né la Grecia né gli altri membri dell’Eurozona erano pronti ad accettarla.

Sulla Grexit, in altre parole, la signora Merkel è stata attenta a non pronunciar­si né contro, per non segnare una distanza pubblica da Schäuble, né a favore, per non creare altre onde alte in Grecia e nel resto d’Europa. Si è limitata a dire che non si poteva fare. Anche il vicecancel­liere Sigmar Gabriel ha sostenuto che «ogni dibattito sulla Grexit deve ora appartener­e al passato».

L’applauso maggiore della giornata, lungo, è scoppiato quando la cancellier­a ha ringraziat­o per il suo impegno Schäuble: il quale vive la situazione bipolare di avere, durante la crisi greca, visto accrescere ai livelli massimi il proprio prestigio in Germania e avere, al contrario, acquistato in molti Paesi europei (soprattutt­o del Sud) la reputazion­e di cinico imperialis­ta tedesco. Un altro applauso quando la cancellier­a ha detto che «saremmo ampiamente negligenti, persino irresponsa­bili, se almeno non provassimo questa strada». Il Bundestag dovrà votare anche il programma finale, quando sarà raggiunto tra creditori e Grecia. Per ora, senza entusiasmo, la Germania c’è. E, di solito, quando c’è, c’è.

Scelta L’alternativ­a all’intesa, ha detto la Cancellier­a, sarebbe stata «un prevedibil­e caos»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy