Grecia, da Berlino sì agli aiuti Merkel limita le «defezioni»
Il Bundestag dà il via libera al «terzo salvataggio»: 60 no tra i conservatori
Ha passato compleanni più tranquilli, nei suoi 61 anni, Angela Merkel. Ieri, 17 luglio, ha però incassato l’accettazione, da parte del Bundestag, dell’accordo sulla Grecia che aveva negoziato nella notte tra domenica e lunedì. Non un gran regalo, dal punto di vista di molti tedeschi. Non poco, probabilmente, nella valutazione della cancelliera: il voto del Parlamento non è stato pessimo, per lei: 598 votanti, 439 Sì, 119 No, 40 astenuti. La protesta di una parte del suo gruppo politico contro il piano per Atene c’è stata ma non è stata travolgente: dall’Unione Cdu-Csu si calcola siano stati espressi 60 No, più o meno in linea con le previsioni e con le dichiarazioni dei deputati.
Decisivo, nel limitare la ribellione, il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, intervenuto per invitare a votare a favore dell’accordo, per sostenere che a suo parere forse funzionerà e che la Germania farà tutto il possibile «affinché questa ultima chance sia un successo»… a patto che Atene faccia la sua parte.
Al di là dei numeri, però, Frau Merkel esce segnata dalle ultime settimane di crisi ellenica: nel Paese e all’interno del partito, dove è stata vista non sempre in controllo della situazione, e in Europa, dove le critiche alla Germania non sono mai state così forti dal 1945. Ora, dovrà cercare di recuperare su entrambi i fronti. La cosa più importante è che, ora, dal punto di vista tedesco le trattative per confezionare il terzo programma di aiuti ad Atene, di oltre 80 miliardi, possono iniziare. Non saranno facili, è stato detto ieri al Bundestag (richiamato apposta dalle vacanze). La cancelliera ha detto che l’alternativa all’accordo sarebbe stata «un prevedibile caos». L’uscita temporanea di Atene dalla moneta unica, soluzione favorita da Schäuble, «non era praticabile», ha aggiunto: né la Grecia né gli altri membri dell’Eurozona erano pronti ad accettarla.
Sulla Grexit, in altre parole, la signora Merkel è stata attenta a non pronunciarsi né contro, per non segnare una distanza pubblica da Schäuble, né a favore, per non creare altre onde alte in Grecia e nel resto d’Europa. Si è limitata a dire che non si poteva fare. Anche il vicecancelliere Sigmar Gabriel ha sostenuto che «ogni dibattito sulla Grexit deve ora appartenere al passato».
L’applauso maggiore della giornata, lungo, è scoppiato quando la cancelliera ha ringraziato per il suo impegno Schäuble: il quale vive la situazione bipolare di avere, durante la crisi greca, visto accrescere ai livelli massimi il proprio prestigio in Germania e avere, al contrario, acquistato in molti Paesi europei (soprattutto del Sud) la reputazione di cinico imperialista tedesco. Un altro applauso quando la cancelliera ha detto che «saremmo ampiamente negligenti, persino irresponsabili, se almeno non provassimo questa strada». Il Bundestag dovrà votare anche il programma finale, quando sarà raggiunto tra creditori e Grecia. Per ora, senza entusiasmo, la Germania c’è. E, di solito, quando c’è, c’è.
Scelta L’alternativa all’intesa, ha detto la Cancelliera, sarebbe stata «un prevedibile caos»