Dopo la bufera Crocetta resta in sella Il Pd siciliano: avanti con la legislatura
La frase choc su Lucia Borsellino. Altra smentita dei pm, aperto fascicolo senza indagati Il segretario regionale Raciti: ho cercato Renzi, poteva chiamarmi e informarsi
Nel groviglio scatenato dalla agghiacciante frase attribuita al medico di Rosario Crocetta Matteo Tutino contro Lucia Borsellino “per farla fuori, come il padre” campeggia una sola certezza, la smentita della Procura della Repubblica sull’esistenza della stessa frase. Lo ribadisce il procuratore Franco Lo Voi affidando all’aggiunto Leonardo Agueci una nuova diretta smentita, anche in contraddittorio con il direttore del settimanale che ha pubblicato il presunto scoop sulla conversazione, L’Espresso: «Quell’intercettazione non esiste. È una bufala. Lo ripetiamo da due giorni. Cosa dobbiamo fare di più? Dirlo in versi?».
Quesito che rimbalza in una città dove oggi arriva il Capo dello Stato proprio per le commemorazioni di Paolo Borsellino e dei cinque agenti uccisi in via D’Amelio il 19 luglio del 1992. Appuntamento segnato da una bufera politica e mediatica. Tanti giovani impegnati in dibattiti, proiezioni, fiaccolate sono infatti costretti a misurarsi con i veleni rilanciati dal giallo di quella telefonata che, secondo L’Espresso, non avrebbe provocato alcuna reazione da parte del governatore. Proprio il presunto silenzio ha scatenato giovedì contro Crocetta una valanga di richieste di dimissioni. Con il governatore «salvato» alle cinque della sera dalla prima smentita della Procura.
Ma per tutto il giorno amici ed avversari, dentro e fuori il Pd, man mano che montava la polemica avevano invocato il «tutti a casa», con chiusura anticipata dell’Assemblea regionale e nuove elezioni. Come dire che quasi nessuno aveva fatto fatica a credere possibile quel silenzio di Crocetta. Prova forse di un isolamento crescente da parte di tanti che aspettano da tempo la scusa per farlo fuori. Effetto poi stoppato dai controlli della Procura che ha aperto un fascicolo «Modello 45» per raccogliere le informazioni di questi giorni, ma che Leonardo Agueci minimizza: «Non si tratta di una inchiesta sulla fuga di notizie perché la notizia non c’è».
Replica alla posizione del direttore del settimanale, Luigi Vicinanza, pronto a confermare l’intercettazione sostenendo che un suo redattore abbia potuto ascoltarla e trascriverla da un «atto secretato». Quanto basta per scatenare la reazione di Fabrizio Cicchitto, deputato di Area popolare, convinto che in questo caso potrebbe avere «commesso un reato anche qualcuno della Procura che ha in disponibilità questo tipo di atti... e bisogna capire anche quali siano i rapporti interni alla Procura di Palermo».
Un modo per affondare il coltello su vecchie ferite interne al palazzo tante volte definito «dei veleni». Lo stesso dove oggi pomeriggio arriva Piersanti Mattarella e dove si parlerà dell’«eredità di Paolo Borsellino».
Ma Agueci e il procuratore Lo Voi, forti di una relazione fatta sottoscrivere ai carabinieri che indagano su Tutino e dalla quale si esclude la presenza di quella frase in file o nastri dell’inchiesta, spazzano via il dubbio: «Non ci sono atti secretati, al contrario di quanto dice L’Espresso ».
Posizione che rimbalza sulla casa di Tusa, a metà strada fra Palermo e Messina, rifugio di Crocetta: «Ha parlato già il procuratore. In uno Stato di diritto questo è sufficiente. A me non resta che denunciare L’Espresso. Per me, è il momento del dolore e del silenzio. Lasciatemi elaborare la mia sofferenza». E l’autosospensione annunciata giovedì prima della smentita? «Le decisioni, un uomo delle istituzioni le prende in serenità, decidendo ciò che è meglio per le stesse». Come dire che si rinvia tutto alla prossima settimana. Ma che difficilmente adesso si potrà pensare a dimissioni immediate.
Le esclude per primo il giovane segretario del Pd siciliano, Fausto Raciti, uno dei più guardinghi giovedì scorso quando fu sorpreso dall’operazione sgancio effettuata dal premier Matteo Renzi: «Poteva farmi una telefonata e informarsi, al di là della dovuta solidarietà a Lucia Borsellino...». E ai suoi deputati: «Si va avanti, facendo buone leggi». Un invito a Crocetta per tornare a lavorare, dopo un blitz a Tusa. «Ho trovato un uomo scosso da un attacco violento che colpisce molto profondamente i diritti degli interessati e le cui ragioni sono oscure». Un’ultima immagine che non porta quiete.
Il procuratore «Sul caso non indaghiamo, perché non c’è notizia» Ma l’Espresso insiste