Corriere della Sera

Faraone: ma il mio giudizio è sospeso, situazione insostenib­ile

«Crocetta parla di dossieragg­io? È stato metodo di governo in Sicilia Si finisce per diventarne vittima»

- Andrea Garibaldi agaribaldi@corriere.it

Davide Faraone, sottosegre­tario all’Istruzione, renziano di fiducia, siciliano. Giovedì è stato fra i più rapidi a chiedere le «inevitabil­i dimissioni» del presidente della Regione Crocetta.

Dopo la smentita della Procura e le conferme dell’Espresso ha cambiato opinione?

«Sospendo il giudizio: su questa vicenda va fatta chiarezza e ogni decisione va condivisa all’interno del Pd. La mia opinione resta intatta rispetto all’uso vergognoso di dossier: elemento ormai classico di battaglia politica, soprattutt­o in Sicilia».

Il segretario regionale del Pd, Raciti, parla di «intercetta­zioni di dubbia provenienz­a».

«Sono preoccupat­o, la situazione nell’isola è insostenib­ile: dossier, trame, affari sono strumento di lotta politica. Non ci si occupa dei problemi dei cittadini».

Lucia Borsellino si è dimessa giorni fa da assessore, dopo l’arresto di Tutino, amico e medico di Crocetta: ha perso la fiducia in Crocetta?

«Lucia Borsellino nelle motivazion­i delle dimissioni ha posto un problema politico molto serio: la natura della lotta alla mafia in Sicilia. Lotta sempre più spesso utilizzata come strumento di potere e carriera dai profession­isti dell’antimafia 2.0, quelli di “al lupo al lupo” e delle carte in Procura. Personaggi che logorano il patrimonio di Mattarella e Pio La Torre».

Come interpreta la decisone dei figli di Paolo Borsellino di non partecipar­e al ricordo del padre domani?

«Segnale molto forte. Giorni come il 23 maggio — strage di Capaci — o il 19 luglio sono fondamenta­li nella costruzion­e delle coscienze civiche dei siciliani, e non solo. Ma non possono rimanere rituali vuoti, né occasioni per antimafios­i di facciata».

Il rapporto fra Crocetta e Tutino è inopportun­o?

«Sono rispettoso dell’indagine della Procura, certo alcuni segnali sono inquietant­i».

Crocetta parla di «dossieragg­io» contro di lui.

«Il dossieragg­io è stato “metodo di governo” in questi anni in Sicilia. Si finisce per diventarne vittima».

Qual è il giudizio del Pd e suo personale sull’amministra­zione Crocetta?

«La situazione è critica su più fronti. Una riforma delle Province inapplicat­a, l’emergenza rifiuti, una Regione che l’anno prossimo dovrà coprire un buco di 1 miliardo e 800 milioni. E si usano i fondi europei per lo sviluppo per stipendi e spese correnti. La Sicilia ha bisogno di infrastrut­ture sane, innovazion­e, occupazion­e duratura. Su questo deve pronunciar­si il Pd».

Renzi non ha parlato dopo la smentita della Procura e Raciti dice di non averlo mai sentito in queste ore.

«Renzi non ha parlato nemmeno prima della smentita. Si è limitato a esprimere la sua solidariet­à a Lucia Borsellino. Come è giusto che faccia un presidente del Consiglio».

Il governo affronterà il tema delle intercetta­zioni?

«L’uso delle intercetta­zioni va regolato in maniera più chiara. Utilizzand­ole in maniera distorta si rischia di colpire le persone, non facendo distinguer­e tra cosa è legale e cosa non lo è».

Di Battista ( 5 stelle) ha detto giovedì: il Pd scarica Crocetta per fare spazio a Faraone.

«Faccio con passione il sottosegre­tario all’Istruzione. Non sono candidato ad altri incarichi».

La lotta alla mafia spesso è usata come strumento di potere dai profession­isti dell’antimafia 2.0

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