Civati a Sel: da sinistra molte timidezze
«Sel ha deciso di fare un proprio percorso, con l’incontro di ottobre. Noi abbiamo fatto una proposta, perché Possibile non è solo un movimento che ho promosso, è anche una domanda agli altri partiti della sinistra: io ho lasciato il Pd, loro lasciano qualcosa?». È la provocazione verso tutto ciò che si muove nella gauche italiana, a partire da Sinistra e libertà, lanciata ieri da Pippo Civati (uscito dal Pd nel maggio scorso) a Firenze, all’avvio di Politicamp, il tradizionale raduno estivo dei civatiani. Dall’area della sinistra, ha detto, «per ora di proposte ne sono arrivate poche, ci sono molte timidezze». E Landini? «Landini fa un altro mestiere, fa il sindacalista e dice che non vuole fare un partito: quando farà delle proposte lo ascolteremo con attenzione». Civati ha depositato in Cassazione otto quesiti referendari che vanno dall’abrogazione dell’Italicum a quella del preside manager. indebolito, siccome è stato compreso che il governo non mira a restringere l’uso delle intercettazioni nell’attività investigativa ma punta a regolarne la pubblicazione, in nome di un diritto costituzionale ripetutamente violato in questi anni. Ora toccherà a Renzi stabilire quale strada imboccare per «andare velocissimi» sulla giustizia e per abolire il balzello sulla prima casa, che insieme alla cancellazione dell’Imu agricola è una delle richieste avanzate da Alfano in vista della legge di Stabilità.
Così come sulla riforma costituzionale si va prefigurando la nascita di una maggioranza e di due opposizioni, è evidente che sui temi della giustizia e delle tasse — se il progetto andasse in porto — si consoliderebbe un’alleanza di governo. D’altronde sono due bandiere sventolate per venti anni dal centrodestra, perciò ai centristi — ascoltando il premier — è parso sentire cose già sentite. «Sarà pure così — ha ribattuto Renzi — ma io sto facendo quello che lui non ha fatto».