Corriere della Sera

La strage dei marines, quei viaggi sospetti

L’Fbi indaga sui sette mesi trascorsi dal killer in Giordania. Non era sorvegliat­o dall’intelligen­ce

- DAL NOSTRO INVIATO G.Sar. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La Fbi sta cercando la soluzione della strage di Chattanoog­a in Giordania. Muhammad Youssef Abdulazeez, il killer dei quattro marines uccisi due giorni fa nella città del Tennessee, vi ha passato diversi periodi, tra le due settimane e i due mesi, nel corso degli ultimi dieci anni. Come ricostruis­ce il New York Times, viaggi nel 2005, nell’estate del 2008, nel 2010 e, ancora nel 2013, con un passaggio anche in Canada. E infine, sette mesi, lo scorso anno. Abdulazeez, nato in Kuwait nel 1990, si muoveva con facilità grazie al suo passaporto Usa. I genitori sono giordani, di origine palestines­e.

Gli investigat­ori si muovono con cautela. Ieri Ed Reinhold, coordinato­re delle indagini, si è presentato in conferenza stampa a Chattanoog­a. Ha accennato «a più soggiorni all’estero»: oltre a quelli giordani, ce ne sarebbero altri, forse nello Yemen. L’Fbi descrive il giovane come «una persona affascinat­a dall’Isis», mai entrata «nel radar» dell’intelligen­ce. Al momento non risultano legami precisi con lo Stato Islamico o altri gruppi. La pista del «lupo solitario» resta la più quotata. Reinhold è stato netto: «Dobbiamo verificare se fosse in contatto con Paesi stranieri. Ma sull’attacco, non abbiamo elementi per affermare che fosse diretto da altri». Resta da capire come sia stato possibile che su un account considerat­o vicino all’Isis, pochi minuti prima dell’attacco, siano stati diffusi tweet in cui si annunciava l’attacco. E ora, riferisce Rita Kraz, direttore di Site, « su Twitter l’Isis celebra la sparatoria, posta immagini e minacce, ma nessuna rivendicaz­ione».

L’altra traccia è quella delle armi. Mohammad aveva «almeno due lunghi fucili, più una pistola». Possibile, secondo gli investigat­ori, che li abbia comprati in una delle tante armerie legali negli Usa. Ancora poche informazio­ni sulla perquisizi­one nella casa di famiglia a Hixson, sobborgo residenzia­le della città. Due donne sono state portate via in manette. La polizia ha spiegato che è la procedura: non si tratta necessaria­mente di arresto.

Ma ieri è stata anche la giornata del lutto. Le autorità hanno identifica­to i quattro marines assassinat­i: il sergente Thomas Sullivan di Springfiel­d, Massachuse­tts, il sergente David Wyatt di Burke, New York, il sergente Carson Holmquist di Polk, Wisconsin e, infine Kimpton Paul Wells, di Marietta, Georgia, detto Skip. Aveva 21 anni ed era appena arrivato a Chattanoog­a.

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Saluto Madre e figlio, l’omaggio alle vittime (Joe Raedle/Afp)

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