Lucia venne travolta il giorno della laurea Solo 6 mesi all’autista
La rabbia dei genitori: vogliamo giustizia
superato gli esami per accedere alla Scuola Superiore, collegio d’eccellenza, borsa di studio, vitto e alloggio garantiti. Orgoglio di mamma e papà.
Dopo la laurea triennale, Lucia, lettrice entusiasta di romanzi (« la leggiona », la chiamavano in famiglia), aveva in cantiere un sacco di progetti: la specialistica, poi il dottorato. Intanto, la sua prof le aveva chiesto di riordinare le carte di Nievo conservate nella Collezione Ciceri di Udine. E poi c’era il canto, perché a Lucia Ferigutti, che aveva anche seguito corsi di pianoforte al Conservatorio, piaceva molto cantare. Seguiva un coro di bambini e cantava nel coro del suo paese, Castions delle Mura, minima frazione di Bagnaria Arsa, l’autostrada non lontana, l’aeroporto neanche, ma pur sempre campagna, a una mezz’ora dal capoluogo friulano: un piccolo nucleo che su internet viene segnalato soprattutto per una sagra agostana di « gjambars da fium », gamberi di fiume. Quest’anno edizione numero 50. Che Lucia non vedrà.
Perché quel giovedì è stato il più bel giorno che Lucia abbia vissuto ed è stato anche l’ultimo. Suo padre Mario ricorda ancora la gioia «enorme, ma contenuta, visto che Lucia non era tipo da montarsi la testa, diceva: eh, lo so che questa è solo la triennale...». Però in casa pensano: festeggiamo ugualmente, per i nonni sarà una giornata da ricordare... Si ritrovano all’ora di pranzo, nella sala parrocchiale, i parenti stretti e pochi amici. «Bella festa, — ricorda il signor Mario — ma il grosso ce lo riservavamo per la laurea vera». Passano le ore in allegria, finché si arriva a sera, quando poco dopo le otto Lucia sale in auto con Carlo e con un paio di amici. È inverno, è sera, fa freddo, è già buio. La cometa Ison, il cui arrivo era annunciato dagli astronomi per quel giorno, si è già dissolta misteriosamente nel nulla.
Insomma, succede che mentre Lucia è in felice compagnia sull’auto guidata da Carlo, un certo Aurelio Leonarduzzi, 52 anni, sta viaggiando in direzione opposta, verso Sud, sulla sua Mercedes, esce dal casello di Palmanova e imbocca la Regionale 352, il rettilineo che taglia Bagnaria Arsa; in quel momento l’auto di Lucia accosta al distributore Ip, la ragazza deve consegnare qualcosa a un’amica che abita dall’altra parte della strada, apre la portiera, scende, fa qualche metro sull’asfalto e viene travolta dalla Mercedes del Leonarduzzi. Sono le 20.30 e Lucia morirà nella notte. Martedì il giudice ha sentenziato: sei mesi all’investitore, con il beneficio della sospensione. Secondo l’accusa viaggiava a più di 50 km all’ora, senza tenersi sul margine destro della strada. Distratto lui o distratta Lucia, non si sa, questione di attimi, frazioni, lampi. «La tragedia è nostra — dice papà Mario — ma anche lui non credo possa più vivere come prima, non vogliamo vendetta, solo giustizia giusta».
La Rete chiede di più: è scatenata nell’indignazione di una condanna ritenuta troppo lieve. In realtà, l’avvocato dei Ferigutti, Fabio Luongo, che cantava nello stesso coro di Lucia, la definisce «equa». Niente di più, niente di meno.
Lucia era un bellissima ragazza, capelli neri lunghi e mossi, occhi scuri, in fotografia il sorriso dolce nel giorno in cui aveva la corona d’alloro in testa. Il più felice, l’ultimo.
Le reazioni L’indignazione in Rete: condanna troppo lieve Il padre di lei: non cerchiamo vendetta