Le cucine segrete del Granduca tornano a vivere come un loft del ‘600
La villa medicea di Poggio a Caiano brilla tra dipinti di banchetti e arte culinaria
ascoste per anni in un’ala della villa medicea di Poggio a Caiano sulle colline della provincia di Prato, le cucine segrete del Granduca non sono solo un trionfo della filosofia del buon mangiare ma un capolavoro di design. Entrando nell’enorme ambiente, celato e separato per motivi di sicurezza dal resto dell’edificio (qui si concepivano e si cucinavano i cibi dei sovrani e il controllo era assoluto), si ha la sensazione di trovarsi in un enorme loft del Seicento, attrezzato con tutte quelle architetture studiate ad hoc per raggiungere l’arte del «sublime cucinare» e dei gusti del primo «assaggiatore», il granduca Cosimo II che ne ordinò la costruzione.
Ogni manufatto, qualsiasi insignificante particolare, sono stati progettati per uno scopo e allo stesso tempo senza mai lasciare la dritta via del gusto estetico. I piani di cottura a cinque volte dialogano con l’enorme camino e basta socchiudere gli occhi per essere assaliti da strane I due volti In alto, tra le tele esposte, «Cristo in casa di Marta, Maria e Lazzaro», 1576-77, bottega di Bassano; sopra, la Villa medicea di Poggio a Caiano, patrimonio dell’Umanità suggestioni. Eccola la fabbrica del buon mangiare, i vapori e i sapori, i suoni e i profumi, gli stridori e gli amori.
Ed ecco le dispense, oggi vuote, che facilmente si riempiono con la forza dell’immaginazione con libagioni e piatti luculliani, che forse sono apparenze stereotipate, ma aiutano ad entrare nei luoghi e nei tempi. E regalano alla Villa di Poggio a Caiano, dal 2013, patrimonio Unesco, e dal 2015 sito del nuovo Polo museale regionale della Toscana, quel pizzico in fascino in più. Che poi diventa un trionfo estetico quando, dopo le cucine segrete, lo sguardo si incunea nelle altre sale dove è stata allestita una mostra pittorica unita indissolubilmente all’arte del cibo, alla creatività e al design di un’antichità che sembra sempre più presente.
Già perché nella Villa e nelle sue cucine segrete, per la prima volta aperte a pubblico, si è aperta un’esposizione da non perdere. Si chiama «Nelle antiche cucine storiche e cucine dipinte» e unisce in un mix unico architettura, pittura, storia.
Curata da Maria Matilde Simari, (e promossa da Mibac, Polo museale della Toscana, ex Soprintendenza, Villa Medicea di Poggio a Caiano e Firenze Musei), e inserita negli eventi di Expo 2015, la mostra ci racconta particolari aspetti della pittura di genere del Sei e del Settecento. Nelle tre sezioni, dedicate alle rappresentazioni d’interni di cucine, ai cuochi e alle dispense, sono rappresentanti dipinti del Seicento e del Settecento che raffigurano grandi varietà di cibi e di preparazioni culinarie. Poi ci sono gli oggetti d’arte culinaria e tra questi manuali rarissimi e famosi (come l’opera di Bartolomeo Scappi), che ci raccontano (insieme ai dipinti e alle architetture) altri luoghi e altri mondi eppure a noi vicini.