Bankitalia ottimista: crescita più forte
Riviste al rialzo le stime del Pil:+0,7% quest’anno (+1,5% nel 2016). Giù la cassa integrazione Squinzi (Confindustria): troppa burocrazia, «è più facile produrre in Polonia che in Italia»
ROMA «L’economia italiana ha ripreso a espandersi»: il miglioramento non è più solo negli indici di fiducia di imprese e famiglie, c’è un recupero della domanda interna e degli investimenti, aumentati dell’1,5% rispetto al trimestre precedente, «verosimilmente anche sulla spinta delle agevolazioni fiscali e della domanda aggiuntiva connessa con l’avvio di Expo Milano 2015». Segnali positivi nel Bollettino economico diffuso ieri dalla Banca d’Italia, che rivede al rialzo le stime di crescita del Pil rispetto a gennaio (+0,4%) e aprile (+0,5%). Previsioni che si allineano con quelle inserite nel Def (Documento di economia e finanza), col prodotto interno lordo in aumento dello 0,7% per il 2015. Per il 2016 la stima è dell’1,5% (rispetto al +1,4% del governo). Ma il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi è caustico: troppo burocrazia, «è più facile produrre in Polonia che in Italia».
Secondo gli analisti di palazzo Koch, si fanno sentire gli effetti dello stimolo monetario della Bce anche sulla normalizzazione del credito, per la prima volta da tre anni i prestiti a famiglie e imprese sono aumentati dello 0,4% e dello 0,7%. E le previsioni tengono conto del prosieguo di questa dinamica. Ma i rischi per la crescita«si accentuerebbero» con un «indebolimento nella determinazione nel portare a termine le riforme».
«Fattori di incertezza» rimangono legati alla crisi della Grecia. Anche se l’esposizione dell’Italia viene definita «modesta» (800 milioni quella delle banche, quasi per intero nel settore privato, e 3 miliardi la quota di Bankitalia nell’acquisto di titoli di Stato ellenici da parte dell’Eurosistema), i rischi vengono dal possibile calo della fiducia nella stabilità complessiva dell’eurozona, tale da invalidare gli effetti della politica espansiva messa in atto dal presidente della Bce Draghi. «Non sono ancora scomparsi», quindi, i rischi che l’inflazione resti molto bassa. Tuttavia, il bollettino stima per l’Italia una ripresa della dinamica dei prezzi con l’inflazione che passerebbe dallo 0,2% di quest’anno all’1,1 nel 2016. E un progressivo miglioramento del mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione scenderebbe dal 12,6% del 2014 all’11,9 del 2016. Secondo Bankitalia, «le misure di riduzione del cuneo fiscale introdotte dall’ultima legge di stabilità sosterrebbero l’occupazione per 0,2 punti percentuali» e «ulteriori impulsi» potrebbero derivare dal Jobs Act. Nel primo trimestre si sono ridotte le ore di cassa integrazione utilizzate dalle aziende (al 38% sul totale di quelle autorizzate, dal 42% di un anno prima). Riguardo alla Cig, ieri l’Inps ha diffuso il dato di giugno: sono state autorizzate 67,9 milioni di ore, il 3,3% in meno che a giugno 2014. E sono in calo a maggio le domande di disoccupazione, 85.764, il 29% in meno rispetto alle 120.760 del maggio 2014.
L’inflazione Stimata per l’Italia una ripresa dell’inflazione, dallo 0,2% del 2015 all’1,1 del 2016