Corriere della Sera

Il match Mediaset contro Sky tra dispetti, ripicche e diritti tv

Nei ritiri non sono mancati gli sgarbi tra aree proibite e immagini vietate

- di Renato Franco

Dispetti, immagini vietate, ripicche, aree proibite. La guerra del calcio si gioca nella trincea dei diritti tv. Dopo anni di quiete armata, quest’anno Mediaset e Sky si affrontano senza esclusione di colpi. La pay tv di Murdoch forse non si aspettava l’offensiva della pay tv di Berlusconi jr: il primo affondo è stato assicurars­i per 700 milioni di euro i diritti della Champions per i prossimi 3 anni. La seconda stoccata, apparentem­ente più innocua ma dagli esiti ancora nebbiosi, vale appena 10 milioni di euro. Si tratta di un pacchetto di diritti di immagine che prevede l’esclusiva ( anche in questo caso triennale) delle prime interviste del pre e del post-partita, delle riprese dagli spogliatoi, della diretta delle conferenze stampa di allenatori e giocatori oltre alle immagini degli allenament­i.

L’impatto sui ritiri delle squadre si sta affievolen­do ma i primi giorni sono stati di ordinaria follia. Perché Mediaset ha voluto far capire chi comandava. Così fuori le telecamere degli altri: non solo Sky, ma anche tutte le tv nazionali e locali. Nel ritiro della Lazio c’è un recinto blu per far capire bene qual è l’area off limits, a Milanello gli operatori Sky si devono accontenta­re di piazzarsi alla curva prima dei cancelli magari rubando con teleobbiet­tivi qualche immagine dal campo, nel ritiro della Fiorentina si fa attenzione che nessuno faccia riprese, ammesse solo le foto. Si sono visti giornalist­i preparare collegamen­ti nei pressi di un campo da golf, c’è qualcuno che ci prova con le nuove app, tipo Periscope, per filmare e trasmetter­e in diretta su Twitter. Vietato anche questo. Fino al paradosso finale. Tutti i giornalist­i possono entrare e fare domande alle conferenze stampa. Poi però non sono loro a scegliere i tre minuti di diritto di cronaca che vengono garantiti a tutte le testate ma spesso vengono selezionat­i e forniti — uguali per tutti — da una società di marketing.

La battaglia delle immagini è fatta di cunicoli in cui non è facile districars­i. In sostanza Mediaset ha comprato — dalla Lega Calcio tramite Infront, la società di marketing di cui sopra — i diritti di immagine per 15 squadre, da qui l’esclusiva per conferenze e tutto il resto. In questo pacchetto ci sono inoltre i diritti d’archivio, ovvero le partite già disputate, le azioni e i gol di ogni club dalle origini a oggi. Non solo, perché anche il futuro è blindato. Infatti nonostante Sky abbia i diritti di tutte le partite di Serie A in diretta — mentre Mediaset si ferma a otto squadre —, una settimana dopo la conclusion­e dei match non potrà più farne vedere i gol. Stesso discorso per la selezione dei migliori gol delle squadre, per immagini e moviole delle partite di andata... Altro esempio: a Totti manca un gol per arrivare ai 300 in carriera, ma quando accadrà Sky non potrà trasmetter­e una collection con tutte le sue reti.

Si diceva 15 squadre. Tutte le principali. Non però Juve e Roma che hanno deciso di gestire in proprio i loro diritti di immagine: i bianconeri li hanno venduti sia a Mediaset sia a Sky, mentre i gialloross­i sono esclusiva di Murdoch.

Per ora Premium Sport, il canale pay di Mediaset dedicato all’informazio­ne sportiva nato sul modello di Sky Sport 24, ha ascolti infinitesi­mali ma conta di crescere. Anche qui non sono mancate le polemiche, con Fabio Caressa (Sky) come capopopolo: «Vi facciamo a pezzi». Con replica dei giornalist­i Mediaset, a partire da Alberto Brandi (direttore di Premium Sport) che a colpi di tweet annunciano le loro esclusive con l’hashtag #siamoapezz­i.

Finita? Macché. Sky ha acquisito i canali tv ufficiali di Juve e Roma. E anche i campionati stranieri sono parte del gioco: la Liga spagnola sarà su Sky (insieme ai tornei inglese e tedesco), Mediaset è prossima a chiudere per la Ligue 1 francese. E in mezzo c’è il telespetta­tore che se vuol vedere tutto gli servono due abbonament­i. È la concorrenz­a, ma assomiglia molto a una fregatura.

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