Medici umani
Abbiamo letto l’articolo di Giangiacomo Schiavi («I medici di domani a scuola di umanità», Corriere del 6 luglio), nel quale molto opportunamente si ricorda come la creazione del nuovo Dipartimento di Oncologia della Statale segni una tappa importante in un processo di umanizzazione della medicina che, finalmente, ponga al centro del percorso di cura la persona malata. Il polo didattico dell’ospedale San Paolo è una delle istituzioni che hanno contribuito al nuovo Dipartimento. Molti dei colleghi che si stanno impegnando in questa nuova avventura provengono, infatti, dalla nostra sede. Con alcuni di loro abbiamo negli ultimi anni provato a dare una forma originale all’insegnamento della medicina, iniziando un percorso sperimentale di introduzione precoce degli studenti, nei primi giorni di frequenza a Medicina, al mondo della persona malata seguendo gli infermieri nelle prime attività quotidiane di accudimento la mattina presto. In una serie di incontri di riflessione in piccoli gruppi con un internista e una docente di Pedagogia medica, gli studenti rielaborano i profondi sentimenti ed emozioni che originano dal prender parte al rapporto di cura. Al termine del corso, una serie di incontri organizzati dagli stessi studenti con scrittori, filosofi, medici, offre poi l’opportunità di rielaborare i vissuti personali in un contesto culturale ancora più ampio. La frequenza nei reparti è inserita nel nostro corso di Medical Humanities. Il progetto sperimentale è nato dalla netta consapevolezza che i corsi di Medicina tradizionali, soprattutto nei primi anni, favoriscono una concezione distorta e riduttiva del tipo di medico che la società richiede: la concezione di un medico molto centrato sugli aspetti preclinici e le scienze di base, ma poco interessato alle dimensioni culturali, relazionali e umanistiche di questa professione.