Il Pd pronto a sfiduciare Crocetta Il governatore: «Datemi un mese»
Orfini parla di un «quadro inquietante di relazioni pericolose a prescindere dalla telefonata falsa»
Il Pd è pronto a sfiduciare il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta dopo l’intercettazione con il medico Matteo Tutino su Lucia Borsellino, figlia del giudice Paolo. Per tutta la giornata di ieri le dichiarazioni degli esponenti del Partito democratico si sono susseguite in un crescendo di accuse. La risposta del governatore: «Datemi un mese».
La prima è stata Debora Serracchiani, vicesegretario del Pd: «Non è questione di andare a vedere intercettazioni o non intercettazioni: dopo le parole di Manfredi Borsellino la situazione in Sicilia è diventata insostenibile».
Ma poi per tutta la giornata di ieri le dichiarazioni degli esponenti dei vertici del Partito democratico si sono susseguite in un crescendo di accuse sempre più pesanti contro il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta.
Alla stoccata finale ci ha pensato il presidente del Partito democratico, Matteo Orfini. Parole nette, le sue: «A prescindere dalla telefonata falsa, perché ci atteniamo a quanto ha detto la Procura, quello che emerge è un quadro inquietante di relazioni complicate e pericolose del cerchio magico del governatore. Relazioni che peraltro il nostro segretario regionale, Fausto Raciti, aveva già ampiamente denunciato a suo tempo».
Ma non è finito qui. Perché da Napoli, dove era andato con il ministro della giustizia Andrea Orlando, il presidente Orfini non si è sottratto nemmeno alle domande dirette dei cronisti: «La sfiducia al governatore Crocetta? Quando dico che bisogna valutare ogni scenario intendo proprio questo».
E con questo Matteo Orfini ha lasciato la palla nelle mani del segretario del Pd siciliano, spiegando: «È lui, il segretario regionale che non esclude nessuno scenario in Sicilia, ovviamente in stretto rapporto con Roma».
L’avventura del governatore Rosario Crocetta sembrerebbe così arrivata al capolinea, a prescindere da quella intercettazione con il medico Matteo Tutino pubblicata dall’Espresso, con parole di morte contro Lucia Borsellino, figlia del giudice Paolo.
La procura di Palermo ha smentito quella intercettazione fra Tutino e Crocetta. Ma per il Partito democratico non è importante solo quella telefonata. E dalla direzione di Roma sembrano decisi ad andare fino in fondo.
Così ha detto nel pomeriggio di ieri Roberto Speranza, già capogruppo del Partito democratico a Montecitorio: «La Sicilia è una delle regioni più importanti del Paese, sia per peso politico che per peso demografico. Penso che il Pd nazionale e il Pd regionale debbano chiarire in maniera netta e inequivocabile la propria posizione. Non si può tentennare per rispetto nei confronti dei cittadini ». Lo ha ribadito con forza anche il deputato pd Davide Zoggia: «Va fatta chiarezza immediata per quanto riguarda la questione delle intercettazioni, L’Assemblea regionale siciliana è l’organo legislativo della Regione Sicilia, come previsto dallo statuto speciale. Fu la prima a riunirsi in Italia dopo la fine della II guerra mondiale, il 25 maggio del ‘47, ed è l’unica i cui componenti sono definiti deputati. lo dobbiamo a Paolo Borsellino e alla sua famiglia, e non è possibile che questa vicenda si tinga di giallo in questo modo. Chiediamo alla magistratura che faccia immediata chiarezza».
Il deputato Zoggia ha posto poi con altrettanta veemenza anche una questione politica delicata legata alla Sicilia, al governo della regione di Rosario Crocetta. E che la situazione stia precipitando per il governatore lo testimoniano anche le parole di Gianluca Miccichè, segretario regionale dell’Udc: «Nessuno ci può costringere a continuare in questa maniera. O ci sono fatti nuovi e positivi in questa settimana, oppure è meglio chiudere la partita subito».
Senza fatti nuovi nessuno può costringerci a continuare in questa maniera. Meglio chiudere