Martina Levato resta in carcere al nono mese di gravidanza
Nonostante sia incinta al nono mese resta in carcere Martina Levato, la studentessa accusata insieme all’amante Alexander Boettcher di una serie di aggressioni con l’acido compiute a Milano. Permane infatti, secondo i giudici, la «pericolosità sociale» della giovane e un «accentuato pericolo di reiterazione criminosa». Lo ha stabilito il collegio della nona sezione penale del Tribunale di Milano, che nel giugno scorso aveva condannato Martina e il broker a 14 anni di reclusione per aver sfregiato Pietro Barbini, ex compagno di liceo della bocconiana, respingendo la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal suo difensore, l’avvocato Daniele Barelli. Secondo i giudici, quindi, la 22enne non ha mostrato segni di ravvedimento. E sarebbe stata proprio la sua «condizione di gravidanza», a scatenare «l’esigenza di purificazione» che ha portato a pianificare l’agguato a Barbini. Un no alla scarcerazione è arrivato anche dal gup milanese Roberto Arnaldi, davanti al quale inizierà a settembre il processo con rito abbreviato per altri blitz con l’acido, che ha respinto la stessa istanza. Sia il Tribunale, sia il gup, hanno accolto quindi, con motivazioni simili, il parere «assolutamente contrario» alla modifica della misura nei conti di Martina .