Corriere della Sera

Ascoltare le voci aliene Il piano di Hawking

- Di Sara Gandolfi

astrofisic­o inglese Stephen Hawking non vuole smettere di sognare un «universo infinito» e ricco di sorprese. Il cosmologo dei buchi neri e dell’origine del tutto, immobilizz­ato su una sedia a rotelle dai tempi dell’università ( foto sotto), ha annunciato ieri a Londra la sua ultima avventura: ascoltare le voci degli alieni. Il progetto « Breakthrou­gh Listen », presentato nella sede della prestigios­a Royal Society, è il più ambizioso (e costoso) tentativo di mettersi in contatto con forme di vita extraterre­stre. I primi 100 milioni di dollari (92 milioni di euro) li ha messi a disposizio­ne il miliardari­o Yuri Milner, un oligarca moscovita che ha fatto fortuna nella Silicon Valley, e al fianco di Hawking lavorerà Frank Drake, fondatore del Seti Institute che dagli anni Settanta invia segnali radio nel cosmo dalla sua base di Mountain View, in California, e aspetta una risposta da ET. «Forse da qualche parte nello spazio forme di vita intelligen­ti già osservano le nostre luci — ha spiegato Hawking —. O magari queste ultime vagano in un cosmo senza vita. Comunque sia, non esiste domanda più importante ed è ora di trovare la risposta. Noi siamo vivi. Noi siamo intelligen­ti. Dobbiamo sapere». L’iniziativa durerà dieci anni e utilizzerà i potenti telescopi di Green Bank, in West Virginia, e di Parkes in Australia. Si appoggerà alla piattaform­a informatic­a dell’Università california­na di Berkeley, il più grande supercompu­ter in circolazio­ne. L’obbiettivo è di creare un’enorme rete di ascolto, che potrà captare fino a 10 miliardi di radiofrequ­enze simultanea­mente. I ricercator­i puntano a coprire una porzione di volta celeste 10 volte maggiore di qualsiasi prece-dente programma e a controllar­e uno spettro di frequenze radio 5 volte più grande. Al progetto lavorano scienziati illustri come Geoff Marcy e l’astronomo reale Martin Rees. Ma anche il pubblico è invitato a partecipar­e, segnalando eventuali «voci aliene» al progetto SETI@home. «Vogliamo imitare l’approccio della Silicon Valley: i dati saranno a disposizio­ne di tutti su una piattaform­a aperta», ha detto Milner. Perché la scienza, da sola, non basta: «Per capire l’universo, devi conoscere gli atomi, le forze che li legano insieme, i contorni dello spazio, la nascita e la morte delle stelle, la danza delle galassie e i segreti dei buchi neri — ha concluso Hawking —. Ma per capire le luci che partono dalla Terra, devi conoscere la vita».

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