Corriere della Sera

La Cina alleggeris­ce le riserve d’oro Il lingotto cade ai minimi dal 2009

Le quotazioni sono scese fino a 1.072 dollari l’oncia. L’effetto del rialzo dei tassi Usa

- Fausta Chiesa

Effetto Stati Uniti e Cina sull’oro. Il più classico dei beni rifugio ieri è crollato. Zavorrato dal dollaro alto, dalle crescenti aspettativ­e di un aumento dei tassi di interesse statuniten­si, ma soprattutt­o da un fattore del tutto inedito: le riserve auree cinesi, come ha annunciato la People’s Bank of China, sono la metà di quanto atteso. Così, tra dollaro forte — che rende più caro l’acquisto del metallo giallo — e crisi della domanda, ieri mattina i prezzi dell’oro hanno toccato il livello più basso degli ultimi cinque anni.

La Banca centrale cinese, nel suo primo aggiorname­nto in oltre sei anni, ha reso noto venerdì scorso che le sue riserve auree ammontavan­o a 53,32 milioni di once troy (unità di misura britannica di riferiment­o per i metalli, che equivale a circa 31,1 grammi). In aumento del 57 per cento rispetto alla fine del 2009, ma sotto di circa la metà di quanto stimato dagli osservator­i. Exor rilancia su PartnerRe mettendo sul tavolo un dividendo straordina­rio per battere l’offerta concorrent­e di Axis. La holding presieduta da John Elkann ha annunciato ieri che verserà una cedola straordina­ria di 3 dollari per azione ai soci del gruppo americano di riassicura­zione, in caso di accettazio­ne dell’offerta. L’extra dividendo verrebbe staccato a monte dell’operazione di acquisizio­ne di PartnerRe da parte di Exor. I 3 dollari di punti di incertezza nevralgici per le strategie conservati­ve: la soluzione della crisi della Grecia e l’accordo sul nucleare tra l’Iran e i Paesi occidental­i.

«Dal settembre 2009, in due anni l’oro è salito di circa il 90 per cento, frutto della debolezza del dollaro — ricorda Gian Franco Traverso Guicciardi, investors relations manager di Banca Finnat —. C’è una correlazio­ne negativa tra oro e dollaro. A questo si è aggiunta una domanda minore da parte della Cina e dell’India. Credo che torneremo a vedere quota mille». Molti esperti indicano una discesa almeno fino a 1.050 dollari, come media, nell’arco dei prossimi dodici mesi. A meno che un eventuale crollo verticale dei prezzi, come è avvenuto in passato, inneschi di nuovo gli acquisti al dettaglio di Cina e India, ovvero due mercati che da soli coprono la metà della domanda mondiale. dividendo straordina­rio, ha spiegato Exor «rappresent­ano un concreto incremento di valore per gli azionisti ordinari di PartnerRe e ampliano ulteriorme­nte la differenza di valore rispetto all’operazione con Axis». Allo stesso tempo la holding guidata da Elkann ha confermato la proposta vincolante interament­e in denaro di 137,50 dollari per azione agli azionisti di PartnerRe.

La vicenda

L’oro ieri ha toccato il prezzo più basso dagli ultimi cinque anni, scambiando fino a 1.072 dollari l’oncia

A far crollare le quotazioni è stato l’annuncio della People’s Bank of China sull’effettiva quantità di riserve auree, la metà di quanto si aspettava il mercato

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