Corriere della Sera

Poste, così la vendita delle azioni

Il Tesoro accelera sul prospetto: a dipendenti e risparmiat­ori fino al 16%

- Daniela Polizzi

Marcia a pieno regime il treno che porterà alla quotazione di Poste italiane, quella che si profila l’Ipo dell’anno. E che, soprattutt­o, sarà la più grande privatizza­zione, per dimensioni, dalla quotazione dell’Enel il 2 novembre del 1999. L’approdo in Borsa del gruppo guidato da Francesco Caio potrebbe tra l’altro cadere proprio lo stesso giorno in base al calendario.

È al lavoro la direzione finanza con al timone l’ex top manager Enel Luigi Ferraris. Il prospetto informativ­o sarà pronto entro venerdì 7 agosto. Verrà depositato a ruota in Consob e Borsa italiana, il cui nulla osta è atteso entro settembre. In mezzo, due passaggi chiave. Primo, il ministero del Tesoro, azionista al 100% di Poste, dovrà comunicare l’ammontare della quota riservata all’offerta di vendita in Borsa. Secondo, dovrà indicare le valutazion­i, affiancato dai coordinato­ri globali Unicredit, Mediobanca, Banca Imi, Citi e Merrill Lynch e i joint bookrunner (dieci banche in tutto). E qui Caio avrà un ruolo chiave per spuntare il massimo possibile. A metà ottobre scatterà poi il roadshow e i primi giorni di novembre Poste potrebbe essere già il primo gruppo quotato del recapito postale e dei servizi finanziari in Europa, visto che la britannica Royal Mail non ha ricavi da attività finanziari­e e assicurati­ve, che sono il pezzo forte, quanto a margini, di Poste.

Se verrà confermata la quota del 40% per l’offerta, andranno in vendita 480 milioni di azioni sulla base di un capitale di 1,2 miliardi di titoli. Al retail potrebbe andare tra il 30 e il 40% delle azioni offerte. Di cui il 1015% è la tranche riservata ai dipendenti: 145 mila addetti. A entrambi sarà offerta una bonus share. Come dire che ci si Nuovo capo economista al Fondo monetario internazio­nale. Il successore di Olivier Blanchard sarà il docente di Economia a Berkley Maurice Obstfeld. Il professore, attualment­e in congedo dall’ateneo california­no in quanto membro del Consiglio dei consulenti economici del presidente americano Barack Obama, inizierà a lavorare per l’istituto di Washington il prossimo 8 settembre. aspetta un ruolo chiave da parte del serbatoio di 33 milioni di clienti dei servizi di Poste e dai risparmiat­ori alla ricerca di rendimenti più alti dei Btp. Oltreché dai dipendenti. Per loro ci sarà un taglio minimo più basso. L’esempio più recente nelle privatizza­zioni è quello di Fincantier­i i cui dipendenti hanno ricevuto fino a due lotti minimi, per un ammontare di 4 mila euro. Ed è ipotizzabi­le che la stessa soglia di valore venga replicata anche qui. Quindi, se tutto andrà come previsto, ci saranno da 144 a 192 milioni di azioni — cioè fino a un massimo del 16% del gruppo — in mano ai risparmiat­ori. E già si preparano i 6 mila sportelli abilitati delle Poste e i 5 mila delle tre banche italiane.

Agli investitor­i istituzion­ali, quelli che si muovono da Londra e che Caio è già andato a trovare due volte in queste settimane, è riservato il 60-70% dell’offerta perché avranno il ruolo di investitor­i di lungo periodo che stabilizza­no il titolo. E dovranno dimostrare fiducia nel piano di Caio. Obstfeld era entrato nel 2014 a far parte del Consiglio degli advisor economici della Casa Bianca. In passato è stato consiglier­e di diversi governi e banche centrali. «Le sue credenzial­i accademich­e e la sua vasta esperienza internazio­nale» lo rendono importante per il «Fondo monetario internazio­nale in questo momento», ha commentato il direttore generale del Fondo, Christine Lagarde.

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