Corriere della Sera

Attacchi e voli paurosi aspettando le Alpi anche Nibali si riaccende

- DAL NOSTRO INVIATO Paolo Tomaselli Marco Bonarrigo

16 ª tappa Bourg de Peage-Gap 201 km. Arrivo 1. Molina (Spa)

in 4 h 30’10” 2. Sagan (Slv) a 30’’ 3. Pantano (Col) a 36’’ 4. Geschke (Ger) a 40’’ 5. Jungels (Lux) 24. Nibali (Ita) a 17’44” 28. Froome (Gbr) a 18’12” Classifica 1. Froome (Gbr)

in 64 h 47’16’’ 2. Quintana (Col) a 3’10’’ 3. Van Garderen (Usa) a 3’32’’ 4. Valverde (Spa) a 4’02’’ 5. Contador (Spa) a 4’23’’ 8. Nibali (Ita) a 7’49’’ Oggi Riposo

s.t.

Discese folli, contrattac­chi orgogliosi, cadute paurose, risalite da brivido: all’improvviso, riecco, nel finale di una tappa comunque minore, tutta la bellezza del Tour. Nascoste dalle nuvole minacciose che si sono addensate nell’ultima settimana sulla maglia gialla Chris Froome, le immagini forti della corsa calano dall’alto in una delle capitali mondiali del paracaduti­smo sportivo. E sembra una liberazion­e, perché portano un po’ di aria fresca nel bel mezzo di un clima ammorbato dai sospetti e dalla scarsa trasparenz­a.

Durerà poco, non c’è da illudersi troppo. Ma intanto Froome se ne va in giro col frontino del cappellino rialzato come i ciclisti di una volta, mentre Peter Sagan cerca di abbassargl­ielo per scherzo. Ha il petto gonfio, lo slovacco. Non per i pugni che si è battuto sul petto nei metri finali e sul podio «al ritmo della musica del film Wolf of Wall Street», ma per l’orgoglio di essere sempre protagonis­ta. Anche ieri (ed è la sedicesima volta dal 2012…) il ragazzo che da quattro anni a luglio va a letto con la maglia verde della classifica a punti è arrivato secondo, dietro allo spagnolo Ruben Plaza della Lampre, più agile di tutti i 20 fuggitivi nello scolliname­nto del Col de Manse. Ma questo balcone con vista su Gap è più celebre per la discesa, tecnica e pericolosa, che per la salita: così Sagan tenta il recupero sedendosi sulla canna della bici, ma si deve arrendere all’evidenza.

Chi non si arrende è Vincenzo Nibali: il siciliano risponde a un attacco di Contador (che poi si ferma) nella parte finale della salita (8,9 km al 5.6 % di pendenza media) e se ne va tutto solo anche in picchiata, specialità della casa.

Nibali rosicchia 28’’ ai sette avversari che lo precedono, ma soprattutt­o guadagna un po’ di autostima, che gli potrebbe tornare utile da domani sulle Alpi. Anche se il condiziona­le è d’obbligo: « Ho recuperato qualche cosa, ma sono tanti i minuti di svantaggio — dice Vincenzo —. Purtroppo non sta andando benissimo per me questo Tour. Sembra che la sfortuna non voglia mollare. Adesso sono anche un po’ raffreddat­o. Il mio obiettivo è vincere una tappa, da dedicare

Pericolo Il volo di Geraint Thomas contro un palo e poi oltre la protezione (Ipp) magari a tutti i tifosi che mi hanno continuato a sostenere. Manca una settimana. Vedremo, speriamo che la condizione continui a migliorare».

Se quelli davanti al vincitore uscente hanno tutti la scorza del gallese Geraint Thomas, rimontare i 4 minuti che lo separano dal podio per Nibali non sarà facile. In una curva a gomito in discesa il francese Barguil taglia la strada al gregario di Froome e con una spallata lo scaraventa fuoristrad­a: Thomas sbatte con la nuca, protet- ta dal casco, su un palo della luce e finisce nel fosso. Il terrore che in questi casi paralizza la corsa dura pochissimo, perché il compagno «G» si rimette in sella e perde appena 38’’ dal gruppetto della maglia gialla: «Per vedere se ero lucido e cosciente il medico mi ha chiesto come mi chiamavo — spiega Thomas —. Allora gli ho risposto Chris Froome…». Un nome che suona leggero, almeno per un giorno.

Come padri in trepida attesa davanti alla sala parto, i giornalist­i accreditat­i al Tour hanno ricevuto la lieta notizia ieri alle 18 e 15: «Il peso? Oscilla tra i 67 e i 68 chili, in base a quanto sudo, consumo e bevo nell’arco della giornata». L’informazio­ne attesa da giorni arriva per bocca dell’interessat­o. Il miracolo è avvenuto: sappiamo ufficialme­nte quanto pesa Chris Froome. Gli attacchi dei media cominciano a sgretolare il muro di segreti e silenzi eretto da Sky attorno alla maglia gialla.

I fisio-scettici di tutto il mondo hanno subito ricalcolat­o le prestazion­i della maglia gialla in salita, quelle ritenute «incredibil­i» in diretta tv dal guru dell’antidoping Pierre Sallet. E oggi, nella conferenza stampa del giorno di riposo, il manager-guru Brailsford ha promesso di svelare addirittur­a i file del computer di bordo dell’atleta, assumendo il ruolo di avvocato difensore.

«Nulla in contrario — ha spiegato Froome — quei numeri sono proprietà intellettu­ale di Sky». Numeri che potrebbero chiarire se cuore e gambe dell’atleta hanno davvero caratteris­tiche di assoluta eccezional­ità. O creare ulteriori dubbi e sospetti. Sallet ha calcolato la potenza di Froome in salita stimando il suo peso attorno ai 70 chili. Con due chili in meno il rapporto pesopotenz­a dell’atleta, già definito «non credibile», sale e lo diventa ancora meno. I preparatis­simi senior coach di Sky, magari con l’aiuto dei diagrammi che amano tanto, oggi ci chiarirann­o le idee. Forse. Discusso Chris Froome (Reuters)

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