Paritarie o statali Il costo degli studenti
Privilegiate, d’élite, coccolate dai privati e dallo Stato: delle scuole paritarie si dice anche questo, magari evocando le ricche rette da pagare a fine mese. Ma cosa c’è di vero? Quanto pesano sul bilancio collettivo le circa 13 mila scuole paritarie italiane?
«Svolgono un servizio di pubblica utilità: bisogna uscire dai pregiudizi ideologici», dice il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, che nella riforma della scuola appena approvata è riuscito ad ottenere l’introduzione di uno sgravio fiscale per le famiglie che mandano i propri figli alle paritarie: fino a 400 euro all’anno, per rette fino ai 2.500 euro, che significa un risparmio in busta paga di 75 euro all’anno. «Una battaglia di civiltà», si difende Toccafondi. «Un’ingiustizia per i più ricchi», sostiene invece il fronte laico, e assai combattivo, della scuola.
Veniamo ai numeri. Le scuole paritarie sono frequentate, per ogni ordine e grado, da circa un milione di studenti, ovvero circa il 10% della popolazione scolastica, considerando che le scuole sono attualmente frequentate da circa 9 milioni di studenti. Nella maggior parte dei casi si tratta di scuole dell’infanzia: sono 4-4.500 le scuole comunali e gli asili compresi nell’elenco. Non si tratta solo di istituti religiosi, anche se il nome spesso inganna: in centinaia di casi la scuola, fondata da un ordine religioso, viene nel tempo rilevata da cooperative e fondazioni laiche, spesso formate da genitori o professori che non hanno voluto disperdere il patrimonio culturale della scuola, e che si sono impegnati personalmente per la continuità della struttura e della didattica.
Sono tra i 70 mila e i 100 mila i dipendenti diretti, tra professori e altro tipo di personale: sono tutti assunti con contratti regolari, senza agevolazioni. Quindi le paritarie pagano contributi, l’Inps al 33% e l’Irap al 4,25% sul costo del lavoro. L’unica differenza con le statali è che non ci sono vincoli concorsuali per l’assorbimento degli insegnanti. Tra parentesi, tra i 25 mila e i 35 mila professori delle paritarie sono insegnanti inseriti nelle graduatorie, che con il maxipiano di assunzioni previsto per il prossimo settembre svuoteranno le aule delle paritarie per affollare quelle delle statali.
Per quanto riguarda le altre tasse, le paritarie pagano regolarmente Tares, Tasi, addizionali regionali, Iva, che varia dal 4 al 20%, su tutti gli acquisti, mentre l’Irpef viene pagata a scaglioni. E naturalmente sono sottoposte ai controlli degli Uffici scolastici regionali.
Il contributo che le paritarie ricevono dallo Stato ammonta a 471 milioni all’anno: una cifra che era di 538 milioni ai tempi del ministro Beppe Fioroni, ma che negli anni è stato sempre più ridotto. Significa che attualmente, per ogni studente delle paritarie, lo Stato spende dai 600 euro ( per i bambini delle scuole dell’infanzia) ai 50 (per gli studenti delle superiori). Alcune Regioni, come la Lombardia e il Veneto, hanno previsto anche contributi extra negli scorsi anni, stipulando delle convenzioni con le paritarie. Spiega l’assessore all’Istruzione della Lombardia, Valentina Aprea: «La Regione ha sempre sostenuto il sistema delle scuole paritarie attraverso il buonoscuola e, nonostante ciò, non sono pochi gli istituti che hanno chiuso l’attività a causa dell’aggravio di spese di funzionamento e di tasse».
Ma è proprio vero, come sostiene il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato sei miliardi e mezzo? Il conto è questo: il costo di uno studente medio per lo Stato è di 6.800 euro all’anno, secondo dati 2013-2014 del ministero dell’Economia e dell’Ocse. Contribuire all’istruzione di uno studente di una paritaria invece costa allo Stato circa 500 euro all’anno. Cifra che i privati integrano pagando una retta di tasca propria, che ammonta a circa 2-3.000 euro all’anno, gravata da Irpef. Dunque anche considerando la spesa sostenuta dai privati, non si arriva al costo di uno studente pubblico. Se quel 30% circa di paritarie che sono oggi le scuole materne, dovessero chiudere, i Comuni che oggi se ne avvalgono tramite convenzione dovrebbero sborsare subito 150 milioni.
10 la percentuale di studenti che frequentano le scuole paritarie di ogni ordine e grado sul totale della popolazione scolastica italiana