«Vogliono umiliare la Chiesa Così molti istituti chiuderanno»
Monsignor Galantino: l’esecutivo dovrebbe farsi sentire di più
«Ora è il governo che deve parlare e dire come intende garantire la libertà di educazione». Monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, si distingue per il suo approccio pragmatico. Dopo la vittoria in Cassazione del Comune di Livorno sulle suore degli Istituti Immacolata e Santo Spirito parla di sentenza «pericolosa», perché mette a rischio la «sopravvivenza » degli istituti. «L’ideologia di qualsiasi parte o colore acceca. La ragione non può rinunciare a prendere atto di alcuni dati precisi», afferma, «queste scuole vengono scelte da un milione e trecentomila studenti, ciò vuol dire almeno un milione di famiglie. E ad alcuni questo non va giù».
Monsignor Galantino, l’hanno sorpresa le motivazioni della sentenza della Cassazione? I giudici dicono che per non pagare l’Ici le scuole paritarie devono dimostrare di svolgere attività con «modalità non commerciali».
«Penso che la sentenza non abbia sorpreso solo me. La scuola paritaria non può essere valutata solo per la natura commerciale per il fatto che vengono pagate delle rette, ignorando la valenza formativa e sociale e lo scopo no profit. E non deve essere solo la componente cattolica a sorprendersi. Le scuole paritarie non sono solo quelle cattoliche e mi piacerebbe che altre realtà si facessero sentire. Parlo della chiesa valdese o della confessione ebraica, L’appello a tutti Non sia solo la componente cattolica a sorprendersi, ma anche ebrei e valdesi e del mondo del no profit, che si sono giovate della presenza attiva e ragionata delle scuole cattoliche per garantirsi dei benefici».
Ha detto che le scuole paritarie sono a rischio, quali saranno le conseguenze?
«Se questa sentenza si allarga, con buona pace di chi a Livorno canta vittoria, molti istituti saranno costretti a chiudere e, per come è messa la scuola, non so se potrà assorbire studenti e docenti. Mi piacerebbe sentire il governo che, lo riconosco, si è particolarmente attivato, ha colto il valore non confessionale delle scuole paritarie. Ma dovrebbe farsi sentire di più, non siano solo i cattolici a parlare. Dica con chiarezza se vuole favorire e promuove r e la libertà di educazione, se ci tiene a dare alle famiglie la possibilità di scegliere la formazione per i propri figli. E agisca di conseguenza».
Il ministro Giannini ha detto che serve una riflessione.
«Il problema è che dobbiamo far fronte ad un deficit di investimenti in formazione e ricerca. E se si va a vedere il costo-studente per lo Stato il rapporto è di uno a dieci. Se la scuola statale offre un servizio 10 volte superiore onestamente non lo so. Sono gli ideologi di turno che vogliono mettere all’angolo
la libertà di scelta. Ma spero che anche le famiglie si facciano sentire e mettano in minoranza i lobbisti che non vedono l’ora di far trionfare il pensiero unico».
A chi si riferisce quando parla di lobbisti?
«A chi non vede l’ora di umiliare la Chiesa Cattolica. A chi con questo o quell’emendamento mette in discussione il lavoro di chi sta per strada, la fatica dei parroci, delle congregazioni e dei volontari. Ma poi manda i figli alla scuola paritaria. Visto che si va a caccia di soldi dovunque, si devono chiedere dove trovare sei miliardi e mezzo per mandare a scuola un milione e trecentomila studenti delle scuole paritarie. Lo stesso discorso ideologico si sta facendo sull’otto per mille. Chi sa come stanno le cose, sa anche ciò che la Chiesa fa in termini di servizio».
Qual è il valore della scuole di ispirazione cattolica nel sistema dell’istruzione?
«La libertà educativa è garantita più che in altre. Le persone che le guidano hanno a cuore l’educazione e non la trasmissione di slogan. E pensare che le scuole paritarie siano ridotte a diplomificio è una falsità che serve ad alimentare il pensiero di retroguardia».