Dopo l’Isis, i curdi: il doppio fronte turco
Ankara muove guerra ai jihadisti ma anche ai vecchi nemici del Pkk. Con il via libera di Obama?
l’aviazione di Assad. Washington è cauta, anche se i media locali affermano che l’accordo esiste.
In questo quadro c’è il ruolo della base di Incirlik, dalla quale partiranno i caccia e i droni americani che dovranno proseguire la campagna contro lo Stato Islamico. In caso di emergenza potranno anche usare le installazioni di Batman, Diyarbakir e Malatya. Sviluppo che si porta dietro un pericolo immediato, quello di attentati di ritorsione ordinati dal Califfo. Un imam di Raqqa ha già definito la Turchia alleata dei «crociati» mentre i jihadisti se la sono presa con i curdi facendo esplodere due camion bomba guidati da kamikaze a Tal Abyad, in Siria.
Ora il secondo fronte. Molti sono convinti che ci sia stato uno scambio. Ankara è entrata in guerra con l’Isis ma ha avuto carta bianca da Obama per l’azione contro il Pkk. I raid sul Qandil sono senza dubbio un fatto grave: non accadeva dal 2013, quando era stata siglata la tregua con i separatisti. E non poteva non provocare conseguenze. Il Pkk ha definito decaduto il cessate il fuoco e i suoi uomini hanno sequestrato, come rappresaglia, 15 operai vicino a Sirnak. La prospettiva è quella di un riaccendersi del conflitto costato già migliaia di vittime.
I due fronti sono tenuti insieme dal secondo obiettivo di Ankara. La nascita della zona di sicurezza sarà un diaframma tra le due regioni liberate dai curdi siriani dell’Ypg, di fatto i gemelli del Pkk. Erdogan vuole impedire che nasca uno Stato semi-autonomo retto dagli indipendentisti. Ed è pronto a tutto. Una situazione che vede gli Usa in una posizione ambigua. Possibile no fly zone turca
Hawar al-Nahr In Siria Un’immagine girata da una telecamera su un aereo turco — e diffusa dall’agenzia di Stato «Anadolu» — mostra uno dei bombardamenti degli ultimi giorni contro l’Isis in Siria Da una parte i suoi jet stanno aiutando proprio l’Ypg nel nord della Siria contro l’Isis. Una collaborazione che ha dato grandi risultati. Dall’altra la Casa Bianca non contrasta l’azione di Erdogan contro i curdi. Tutti lo sanno ma si preferisce andare avanti anche se tra gli imbarazzi. Non solo americani. Ieri, secondo la stampa turca, il presidente del Kurdistan iracheno Barzani avrebbe espresso «solidarietà» per le mosse di Ankara contro il Pkk. Ricostruzione però smentita da un’altra versione: il leader curdo ha manifestato profondo dissenso per un’iniziativa pericolosa.
Zona cuscinetto L’obiettivo è di creare un rifugio per i profughi e un avamposto per l’Esercito siriano libero