Corriere della Sera

1953, taglio del debito alla Germania Ma per il miracolo tedesco servì altro

Furono il Piano Marshall e gli impegni di Adenauer a rimettere in piedi il Paese

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dal Piano Marshall. Restarono esclusi i danni provocati dalla seconda guerra mondiale: sulla base dell’esperienza delle riparazion­i decise a Versailles nel 1921, che furono una spinta alla crisi della Repubblica di Weimar, gli americani non vollero strangolar­e finanziari­amente quello che per loro doveva diventare un Paese forte, centrale nell’opposizion­e all’espansioni­smo sovietico in Europa.

I particolar­i del piano di rientro dal debito furono discussi in una conferenza appositame­nte convocata e terminaron­o con il London Debt Agreement. Per la parte tedesca, Adenauer e il ministro dell’Economia Ludwig Erhard scelsero come negoziator­e capo Hermann Abs, un grande banchiere coinvolto in precedenza con il nazismo. Dopo una negoziazio­ne complessa, cui partecipar­ono 26 paesi creditori e centinaia di privati, si arrivò a un accordo firmato il 27 febbraio 1953. Secondo il professore di Storia dell’Economia dell’Università di Yale Timothy Guinnane, il debito tedesco precedente alla seconda guerra mondiale fu calcolato in 13,5 miliardi di franchi, di cui 7,7 dello Stato. Su questo, gli interessi furono calcolati in 2,6 miliardi. Il debito post bellico ammontava invece a 16,2 miliardi di marchi, soprattutt­o verso gli Usa. Dopo il negoziato, il debito pre-guerra fu ridotto a 7,5 miliardi e quello del dopoguerra a sette: il governo di Bonn si accollò 11 miliardi.

Secondo i calcoli usati nel London Agreement, la riduzione del debito fu di circa il 50%, secondo un calcolo commercial­e fu di certo superiore. In più, le scadenze furono spalmate su 30 anni. Il tutto fu pagato dalla Germania senza problemi, come previsto entro il 1983. C’è da tenere conto che il debito del Reich non fu messo in capo per intero alla Repubblica Federale, in quanto una parte avrebbe dovuto essere ripagata dalla Germania Est: dunque la conferenza decise che la parte restante sarebbe stata restituita dopo la riunificaz­ione, e infatti ciò avvenne dal 1990 in poi (anche qui con un taglio del 40-50%). Va anche notato che il taglio concesso dagli americani alla Germania sui prestiti del Piano Marshall fu in linea con il taglio concesso agli altri Paesi beneficiar­i.

Cosa successe, dunque, a inizio Anni Cinquanta? Il debito tedesco di 30 miliardi di cui si discusse a Londra era circa il 30% del Pil del 1950: difficile sostenere che la sua riduzione sia stata decisiva nel successivo miracolo economico. Più importante, semmai, fu il Piano Marshall in sé: segno della determinaz­ione geopolitic­a americana a ritenere una Germania sulle sue gambe l’elemento chiave per gli equilibri europei del dopoguerra. Soprattutt­o, Adenauer volle un accordo sul debito per essere legittimat­o a chiedere il pieno rientro della Germania nel consorzio delle Nazioni, per «normalizza­re» i rapporti esteri e ristabilir­e la credibilit­à politica e finanziari­a del Paese. Certo, Erhard e Abs si batterono per la riduzione del debito: l’obiettivo era però molto più ambizioso. Secondo lo storico Lothar Gall, tra la riduzione del debito, la nuova moneta, la liberalizz­azione dei prezzi e l’integrazio­ne nei mercati mondiali ci fu una relazione inseparabi­le, alla base del miracolo economico tedesco. Limitarsi a tagliare il debito non sarebbe mai bastato.

@danilotain­o

I numeri Il debito di 30 miliardi, di cui si discusse a Londra, rappresent­ava il 30 per cento del Pil

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