Quei fari bianchi che si avvicinano La notte d’estate in cui capitò a me
Luci lontane. Piccole, bianche. Luci che tremano nel flusso intermittente dei fari e dei motori. La notte dell’autostrada. Fabbriche, alberi, cartelli blu e verdi. Luci piccole, ma sempre più vicine, minacciose. Fermano i pensieri. Chiedono una spiegazione. Che cosa succede? Velocità normale, 130 chilometri, tutto sembra quieto a ridosso del casello di Lodi. Il banale ritorno a casa dopo una giornata di lavoro. L’auto che avanza contromano è un’utilitaria scura, un po’ scassata. E ti viene incontro, il profilo della carrozzeria si fa chiaro. No, rifletti, non è possibile. L’autostrada, ragioni, è uno schema: due carreggiate, due sensi di marcia. Lo schema è monotono: ti entra in testa, e non esce più. Ma stavolta c’è qualcosa di imprevisto, di inatteso. L’incubo prende forza piano piano. Diventa paura. Non avresti il tempo di cambiare corsia. Non più. L’impatto sarebbe inevitabile. Invece ti sei appena spostato al centro della carreggiata, hai toccato il freno e spento la radio. Ora quel Diavolo è di fronte a te. Lo vedi, vedi la sagoma senza volto della persona al volante: sembra un automa. L’auto fila nella corsia di sorpasso. Contromano, sì. Contro di te che sei come paralizzato: uno scarto potrebbe avere effetti terribili. No, rifletti, non è possibile, e ti senti perduto. L’auto senza controllo ti sfiora la fiancata sinistra, avverti lo spostamento d’aria. Il Diavolo non s’arresta, corre ancora, è dietro di te adesso, non è più un pericolo. Guardi nel retrovisore, l’auto senza controllo sfreccia via. E ora realizzi tutto intero il rischio che hai corso. Sì, a me è capitato. Fu qualche anno fa, in una notte d’estate. L’auto che viaggiava contromano, seppi poi, era guidata da una donna che aveva perso l’orientamento e al casello era entrata dalla parte sbagliata. Fu bloccata dalla Stradale, fortunatamente senza danni.
@pabaldini