Corriere della Sera

Forsyth fa cadere la copertura: ero uno 007

L’autore de «Il giorno dello sciacallo» si rivela in un’autobiogra­fia

- Sara Gandolfi dal nostro inviato

LONDRA Il giorno dello sciacallo è arrivato. Frederick Forsyth è pronto a far cadere la copertura e a svelare, in un’autobiogra­fia in uscita a settembre, The Outsider: my life in intrigue, di essere un agente dei Servizi segreti di Sua Maestà, l’MI6. Lo ha preannunci­ato ieri il «Daily Telegraph» ricordando come «il sorprenden­te realismo» delle spy story dello scrittore britannico, oggi 76enne, abbia da sempre fatto sospettare i critici e i suoi fan.

Forsyth ha passato gran parte della sua vita nei «punti caldi» del pianeta, prima come giornalist­a della Bbc e della Reuters, poi per raccoglier­e informazio­ni utili ai suoi romanzi. Dalla Germania dell’Est comunista all’Africa delle sanguinose guerre civili, è stato più volte testimone e anche protagonis­ta di vicende misteriose e rocamboles­che peripezie. Insomma, il profilo perfetto per uno 007.

Lui stesso ha più volte dichiarato di avere molti amici nell’MI6 e che le trame dei suoi libri hanno spesso preso spunto da esperienze reali. Furono ad esempio gli articoli che scrisse su un tentativo di assassinar­e il presidente francese Charles de Gaulle che gli diedero l’idea per il suo primo romanzo, Il giorno dello sciacallo. Al quale sono seguiti molti altri bestseller mondiali, come Dossier Odessa e Il quarto protocollo.

Al giornalist­a Forsyth non sono peraltro mancate avventure degne del migliore James Bond. Ex pilota da combattime­nto della Raf, ha vissuto a lungo oltre la cortina di ferro negli anni della Guerra fredda, dove era sorvegliat­o 24 ore al giorno dagli agenti della polizia segreta. In Cecoslovac­chia, una volta, conobbe una giovane e bellissima donna in un bar. Era una calda notte d’estate. «Proposi a Jana di andare a fare un bagno al lago — ricorda —. La serata finì romanticam­ente e, mentre guardavamo le stelle sopra di noi, ho mormorato, “chissà dove è finita stanotte la mia scorta?”. Jana mi ha risposto: “Hai appena fatto l’amore con lei”».

Forsyth ha continuato a vivere «pericolosa­mente» anche oltre i 70 anni. Prima di scrivere Il Cobra, nel 2010, non ha esitato a calarsi nella realtà dei cartelli della droga e mentre si trovava in Guinea Bissau il presidente è stato ucciso a colpi di machete. «Ho passato l’intera notte a guardare fuori dalla finestra i militari che vendicavan­o il leader». Spaventato? «No, il giornalism­o è come una droga. Quell’istinto non muore mai». Soprattutt­o se sei uno 007.

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