Corriere della Sera

Bastianich: in tv corro con «Top Gear»

Condurrà su Sky la versione italiana dello show Bbc. «Cucina, musica e motori: tre passioni»

- Renato Franco

«Sono le sfide nella vita che ti fanno andare avanti. Voi ne incontrate sicurament­e, come il bullismo a scuola: ma sono quelle che vi danno l’opportunit­à di crescere». Così la superstar Orlando Bloom, 37 anni, racconta ai ragazzi di Giffoni — dove ha chiuso la 45esima edizione del festival di cinema per bambini e giovani — la sua esperienza di vita. «Io ho reagito alla paura di non camminare più, e mi ha dato fiducia per il futuro», ha confessato: riferendos­i a quando, a 21 anni, cadde da un tetto e si ruppe la schiena. «Nessuno nel mondo può evitare gli ostacoli, ma la differenza la fa come ci rialziamo quando siamo buttati a terra». Bloom ha anche annunciato, tra centinaia di fan, il suo ritorno tra i Pirati dei Caraibi, anche se «con una piccola parte, di cui non posso parlare se no mi metterei nei guai. Ma sono molto contento di ripresenta­re Will Turner». Nel quinto episodio della saga, che si intitolerà Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales e arriverà al cinema nel 2017, il suo personaggi­o torna non più da protagonis­ta ma da papà, con un figlio «che sarò felice di presentarv­i», e che dovrebbe essere interpreta­to dall’attore Brenton Thwaites, 25 anni. uno è ancora da scegliere, l’altro sarà invece Guido Meda, a capo della redazione Motori di Sky Sport e soprattutt­o voce del Motomondia­le: è lui quello dalla telecronac­a a 180 decibel (il rumore del razzo al decollo) e delle immagini — gli va riconosciu­to — parecchio efficaci.

«Metteremo in scena il nostro modo di essere — spiega Meda — saremo come dei 12enni quando gli piazzi la macchina in mano e gli dai la possibilit­à di giocare. Il bello di “Top Gear” è la libertà di giudicare e al tempo stesso il gusto dell’ironia. Lo faremo all’italiana, con le nostre sensibilit­à, e come nel format inglese non saremo schiavi delle case automobili­stiche: se una macchina ha dei difetti non sarà un problema dirlo».

Meda commenta le moto, ma gira soprattutt­o in macchina: «La familiare è un’Alfa 1750 del 1969, l’utilitaria un Maggiolino del 1964. Ormai la moto la uso poco: colpa di un incidente in città in cui facevo prima a contare le ossa intere che quelle rotte».

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