Corriere della Sera

Il coraggio di tuffarsi da ventisette metri

Si tuffano nella vasca di Kazan le punte del nuoto azzurro con un obiettivo diverso rispetto ai pronostici: non avranno il compito di salvare la spedizione (già a quota 9 medaglie) ma dovranno tenere alto il livello

- di Alessandro Pasini

Davanti al Cremlino di Kazan, patrimonio Unesco, c’è un gruppo di umani che si butta in acqua dal nono piano. Loro in che patrimonio li mettiamo? «Quello dei volatori», dice Alessandro De Rose, il primo e unico cliff diver italiano che ha partecipat­o all’esordio mondiale dei tuffi da 27 metri.

Zero medaglie italiane ieri, vuoi vedere che siamo in crisi? Si scherza, ovviamente, ma adesso che ci siamo abituati bene vorremmo continuare. Arrivano così al momento giusto Federica e Gregorio. Dovevano essere le nostre punte più forti, e naturalmen­te lo restano. Adesso però hanno cambiato ruolo. Non più eventuali salvatori della patria nello scenario pessimisti­co che prevedeva un’Italia quasi a secco a questo punto del calendario, ma stelle azzurre con una nuova imprevista responsabi­lità: tenere alto il livello di una nazionale che con 9 medaglie ha già distrutto il bilancio di Barcellona 2013 (5) e volentieri lo doppierebb­e.

«Dovevamo rispondere subito alle altre discipline...», ha scherzato domenica il c.t. del nuoto Cesare Butini dopo il bronzo della 4x100 stile. Ora tocca ai nostri due eroi. Per prima, intorno alle 9 italiane, si tuffa Federica nella batteria dei 200 stile libero, più che una gara un destino. Con la semifinale al pomeriggio saranno due turni in un giorno, una fatica importante per capire l’aria che tira. Il parziale di 53”73 lanciato nella 4x100 stile — sesta con record italiano e pass olimpico — è stato buono. Ancora di più il feeling: «Essere entrata nel Mondiale così mi ha fatto bene: per me è sempre importante rompere il ghiaccio con la staffetta prima della gara individual­e. Le altre? Stanno andando molto forte, ma si parte tutte dallo stesso blocchetto». «ma desidero vivere questa gara con molta leggerezza, senza patemi e soprattutt­o senza pensare che è il mio ultimo Mondiale».

Gregorio, uno che invece il futuro di gloria lo ha ancora tutto davanti a sé, nuoterà un’ora dopo nella batteria degli 800 stile, la cui finale è in programma domani. A differenza di Federica questa per lui è una tappa di avviciname­nto al clou dei 1.500, dove punta al bersaglio grosso. Non che qui vada piano, ma deve fare i conti con un gap tecnico che sulla lunga distanza pesa meno e che qui invece risulta decisivo: «Sun Yang e Horton hanno una velocità di base migliore». Horton ha fallito la finale dei 400 sl e non pare al top. Il cinese, invece, ha già vinto l’oro nei 400 e, versione maschile della Ledecky, oggi avrà anche la finale dei 200 sl nel pomeriggio.

Greg attende entrambi, e forse pure Cochrane, immune alla tensione e in grande forma. «Gli altri dovranno andare molto forte per batterlo», garantisco­no in casa Italia. E lui figurarsi se si nasconde: «Il 1.500 resta la mia gara, ma voglio testarmi sugli 800. Sun Yang e Horton? Ci siamo incrociati in piscina e mi hanno detto di essere pronti. Ma lo sono anch’io».

Ieri sera si è distratto con qualche pagina de «Il Ragno» di Connelly, un po’ di hip hop in cuffia, il solito video di Nba e il rito della previsione del crono di gara scritto su un foglietto. Il momento è arrivato.

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 ??  ?? Fuoriclass­e Federica Pellegrini, nata a Mirano 26 anni fa, è la nuotatrice italiana più medagliata di sempre (Afp)
Fuoriclass­e Federica Pellegrini, nata a Mirano 26 anni fa, è la nuotatrice italiana più medagliata di sempre (Afp)
 ??  ?? Recordman Gregorio Paltrinier­i, nato a Carpi 20 anni fa, è il recordman europeo dei 1.500, la sua distanza preferita (LaPresse)
Recordman Gregorio Paltrinier­i, nato a Carpi 20 anni fa, è il recordman europeo dei 1.500, la sua distanza preferita (LaPresse)

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