Corriere della Sera

«Chi vuole bene all’Italia non le spara contro»

Il premier da Tokyo: basta lamentarsi. Da Saviano a de Magistris: l’urlo di dolore del Sud non è piagnisteo L’incontro con gli imprendito­ri locali: le nostre pmi come i calabroni, volano contro tutti i principi della fisica

- DAL NOSTRO INVIATO Marco Galluzzo

L’incontro Matteo Renzi e la moglie Agnese Landini al Palazzo imperiale con l’imperatore giapponese Akihito, l’imperatric­e Michiko e le due interpreti. «Vorrei ringraziar­e per la straordina­ria udienza di questo pomeriggio», ha detto il premier

Nelle prime ore di visita in Giappone ha rivendicat­o le sue riforme, «che stanno cambiando il Paese», ieri le ha raccontate alla finanza e al governo locale (quinto incontro in poco più di un anno con Shinzo Abe), rinnovando l’invito a chi gli chiede delle critiche e delle difficoltà che provengono dall’Italia a non rincorrere «i piagnistei». E impegnando­si a rafforzare gli scambi commercial­i, a partire dalla sbarco di Finmeccani­ca in Giappone. Renzi ha però aggiunto una variante nuova al ventaglio di metafore che girano attorno al concetto di gufi: «Voler bene all’Italia vuol dire smettere di spararle addosso».

Anche se ha detto di non voler parlare di politica interna, che risponderà alle critiche di Roberto Saviano durante la direzione del Pd, fra tre giorni, al rientro a Roma, come accade sempre anche mezza parola vale un titolo e in questo caso lo offre lui stesso, con uno degli strumenti che gli è più caro, un post di Facebook. Con uno slogan («non sparare sull’Italia») che può valere come risposta allo scrittore che lo ha rimprovera­to di non fare abbastanza per il Sud, ma anche come replica indiretta a quella minoranza del Pd che non appena è partito ha minacciato «un Vietnam parlamenta­re» sui provvedime­nti che il governo porterà in Aula dopo la pausa estiva.

Nella logica di Renzi sono tutti riflessi negativi tipici di chi Ko- kyo è la residenza ufficiale principale dell’imperatore e dell’imperatric­e del Giappone, dentro il parco che si trova nel quartiere di Chiyoda, vicino alla stazione di Tokyo: è qui che ieri sono stati ricevuti Renzi e sua moglie Agnese Landini. Kantei, invece, è il complesso che ospita gli uffici e la residenza del primo ministro nipponico. non riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno, o a riconoscer­e che i dati economici sono migliori del passato: del resto di mattina, di fronte agli studenti di Belle arti dell’Università di Tokyo, rivendica una sorta di primazia, «se in arte superare il maestro è un’impresa quasi eroica, in politica si possono almeno riparare gli errori del passato», è il messaggio che offre alla platea.

Mentre nella capitale giapponese il premier si muove fra un incontro con rappresent­anti della finanza, l’udienza con l’imperatore e la cena con il primo ministro, dall’Italia arriva la risposta via Twitter e Facebook di Saviano: «Mi addolora molto che sia definito piagnisteo ricordare che al Sud il numero degli occupati è al livello più basso dal 1977, la natalità ai minimi storici dai tempi dell’Unità d’Italia, i meridional­i fuggono al Nord e all’estero. Il tutto nella totale assenza di progetti e investimen­ti». Parole che innescano la polemica politica sia all’interno del Pd che tra gli amministra­tori meridional­i, come il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che twitta: «Renzi, nel Sud c’è tanta sofferenza ma enorme orgoglio e dignità. Il piagnisteo non è del Sud che sta risorgendo nonostante la tua politica».

Più o meno negli stessi istanti Renzi ascolta un soprano giapponese che canta l’Ave Maria di Schubert, assaggia un manzo locale alla paprika, sorseggia del sake offerto dall’amico Abe,

L’anniversar­io

Il logo del 150esimo anniversar­io delle relazioni Giappone-Italia, scelto da una commission­e di 9 esperti dei due Paesi tra 358 candidatur­e: autore è Antonio di Rosa, designer di Torre del Greco alternato a un Merlot francese, ripete ancora il messaggio che è venuto a portare in Giappone: «L’Italia è open to business, ha le porte aperte agli investimen­ti che creano valore e un tessuto produttivo in cui le piccole e medie aziende volano contro tutti i principi della fisica, come alcuni calabroni, troppo grossi e con le ali piccole, ma volano lo stesso». Gli investimen­ti che lui cerca servono ad allargare le ali delle aziende italiane «troppo piccole per esportare, ma continuano a farlo». Nell’incontro con Abe, fra gli altri, il premier assicura che si farà promotore nella Ue per dare una spinta all’accordo di libero scambio commercial­e in trattativa da alcuni anni, ma soprattutt­o ripete quel messaggio postato su Facebook di prima mattina: se i giapponesi «sono innamorati dell’Italia, noi dovremmo aver più amor proprio e fare di tutto per guardarci con gli occhi di chi ci vuole bene, non di chi si lamenta soltanto».

Il nostro Paese è diventato più attrattivo degli altri Stati europei Il governo deve fare la sua parte ma bisogna mettersi in gioco La cultura è anche un argine alla violenza nel mondo del terrorismo L’Italia in questo vuole giocare un ruolo da assoluta protagonis­ta

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