Borsa e industria, doppio crollo ad Atene
Dopo cinque settimane di stop, il listino riapre e perde il 23%, poi chiude a -16%. Bene Milano (+0,75%) Fabbriche, precipita da 46,9 a 30,2 l’indicatore degli acquisti. Riforma delle pensioni vicina al via
L’apnea durava dal 29 giugno: da cinque settimane la Borsa di Atene era stata bloccata da un decreto del governo che aveva stabilito anche la chiusura delle banche e il controllo dei capitali per evitare l’ormai scontata, e in parte già avvenuta, fuga dei risparmiatori. Ieri il listino è tornato a funzionare ma i timori sulla Grecia si sono subito riversati sui mercati con l’Athens Exchange Stock Marcket che ha aperto perdendo di colpo il 23% per poi chiudere nel pomeriggio a -16,2%. Un crollo storico, «il peggiore degli ultimi trent’anni» ha titolato online il quotidiano greco Ekathimerini.
A soffrire di più in Borsa, com’era prevedibile, tutto il settore bancario: le quattro banche elleniche hanno bisogno di un’iniezione di liquidità stimata tra i 10 e i 25 miliardi di euro e il peso delle loro sofferenze si è di colpo riversato sul mercato greco dove hanno perso circa il 30%. Tanto per dare un’idea, chi comprava un’azione della National Bank of Greece il 4 agosto del 2014, la pagava 2,33 euro. Ieri la stessa azione valeva 0,84 centesimi. E così il più grande istituto di credito ellenico è arrivato a valere circa 2,97 miliardi di euro, meno della sua controllata turca, Finansbank, che alla Borsa di Istanbul vale circa tre miliardi. Come se il braccio di una società valesse più della società intera.
Ad aggravare il quadro c’è la fotografia del crollo di luglio dell’attività manifatturiera greca: l’indice pmi, l’indicatore dei direttori d’acquisto, è sceso a 30,2 punti rispetto ai 46,9 di giugno, effetto del collasso della domanda legato alle decisioni prese da Alexis Tsipras a fine giugno sul controllo dei capitali. Che si stanno trasformando in un effetto «tornado» difficile da domare. Per le stesse ragioni infatti, prima della riapertura della Borsa, erano state imposte alcune limitazioni ai greci: se a chi opera dall’estero è stato permesso di muoversi liberamente, i cittadini greci hanno invece potuto comprare e vendere azioni di società quotate ad Atene ma non trasferire fondi dai propri conti bancari ellenici per acquistare titoli sulla Borsa del loro Paese. Tutto inutile. Il crollo è stato vertiginoso, ma non ha infettato il resto dei mercati europei che hanno chiuso le contrattazioni più o meno in parità. Bene Piazza Affari (+0,75%). Per Atene, nonostante gli sforzi fatti dal governo Tsipras nel voler dare l’immagine di un Paese che sta cercando di tornare alla normalità, l’apnea non è ancora finita.
Mentre andava in scena il tracollo della Borsa greca, ieri i rappresentanti di Ue, Bce e Fmi, in questi giorni nella capitale ellenica per trattare il terzo piano di salvataggio da 86 miliardi, discutevano con il ministro del Lavoro George Katrougalos sulla riforma delle pensioni. Un capitolo importante dell’accordo con l’ex troika: in base agli accordi di luglio Atene si è impegnata a mettere fine entro ottobre ai pensionamenti anticipati e ad aumentare l’età pensionabile da 62 a 67 anni. La riforma però, stando alle indiscrezioni di ieri, potrebbe essere valida solo per coloro che vanno in pensione a partire dalla fine di giugno. I negoziati tecnici proseguono sulla lista di «azioni prioritarie» che dovranno passare in parlamento entro il 18 agosto, due giorni prima della data in cui Atene dovrà rimborsare alla Bce 3,4 miliardi.