Ritrovi anonimi dove si perde il controllo (senza passione)
Ci vanno per la musica? Forse. Per fare sesso? Forse, ma per questo si presume ci possano essere altre occasioni. Difficile ipotizzare che ci vadano per fare amicizie. Che cosa attira i giovanissimi alle «mega riunioni» dello sballo, in gigantesche discoteche o in rave party? Ciò che sembra caratterizzare certi raduni di cui riferiscono le cronache è però l’apparente assenza di collante, sia esso ideologia, tensione di appartenenza, criterio identificativo. Se il denominatore comune è lo sballo, si dovrebbe pensare che i ragazzi vogliano non tanto stare insieme ma stare separati insieme, nel medesimo luogo. «È una generazione dalle passioni tristi alla ricerca di emozioni forti» chiosa Claudio Mencacci, ex presidente della Società Italiana di Psichiatria. «A questo fa da catalizzatore l’incompleta maturazione negli adolescenti dei centri nervosi deputati al controllo. Tutto è “binge”: alcol, cibo, affetti, droga sono da consumare in fretta, voracemente. Sembra quasi di assistere a una sorta di fobia sociale diffusa che, attraverso la perdita del controllo e dei limiti, realizza un solitario narcisismo
Frenesia e isolamento «Tutto è “binge”: alcol, cibo, sostanze e affetti vanno consumati in fretta, voracemente. Sembra di assistere a una fobia sociale diffusa»
collettivo». Ancora una volta quindi l’ombra della solitudine, forse inconsapevole o negata, si staglia sullo sfondo, declinata al singolare o nel gruppo. Si potrebbe valutare la solitudine, sempre che sia, meno perniciosa rispetto all’estremismo violento dei giovani di qualche decennio fa. Il tentativo di esorcizzarla attraverso i riti collettivi di oggi rischia però, comunque, di trasformare i giovani in automi mossi da impulsi elementari, indotti a credere di essere finalmente liberi da tutto, per diventare, in realtà liberi solo per il nulla e schiavi di tutto. Semplici replicanti, consumatori di attimi, non abituati a scegliere e a decidere con vera libertà.