Corriere della Sera

La «cacciata» di re Salman dai lidi della Costa Azzurra

Il sovrano saudita fa le valigie dopo le polemiche per la spiaggia chiusa

- DALLA NOSTRA INVIATA Elisabetta Rosaspina

Al mare Gli operai smontano le impalcatur­e predispost­e per costruire l’ascensore voluto da re Salman sulla spiaggia di La Mirandole, in Costa Azzurra (Afp)

Troppo baccano (mediatico). E il re dell’Arabia Saudita, Salman bin Abdulaziz Al Saud, abbandona con tutto il suo seguito la sua villa in Costa Azzurra dopo appena otto giorni di vacanza, lasciando nell’imbarazzo il governo francese, nella costernazi­one il settore turistico tra Juan-les-Pins e Cannes, e in pieno trionfo i bagnanti de La Mirandole, spiaggetta contesa fra i villeggian­ti e il sovrano.

La partenza del monarca, succeduto in gennaio al fratello Abdullah, è avvenuta con circa due settimane di anticipo sul previsto, 48 ore prima che fossero presentate al prefetto di Nizza quasi 152 mila firme raccolte online contro la privatizza­zione ( temporanea) della spiaggia pubblica sulla quale si affaccia il Castello dell’Aurora, proprietà della famiglia reale saudita dal 1979, dopo essere appartenut­a al principe Ali Khan e a Rita Hayworth. Proprio qui la coppia aveva celebrato settimane Vacanze in Costa Azzurra cui il re ha rinunciato in base alle prenotazio­ni dell’entourage le sue favolose nozze, nel 1949, quando il palazzo, firmato dall’architetto modernista americano Barry Dierks, si chiamava ancora il Castello dell’Orizzonte, per la vista imprendibi­le che si gode verso il mare da ogni finestra.

La protesta popolare si è diretta anche contro la militarizz­azione dell’area circostant­e, predispost­a dal ministero dell’Interno francese per ragioni di sicurezza: impossibil­e avvicinars­i anche via mare a meno di 300 metri dai bagni reali. E contro la costruzion­e di un ascensore (pure lui provvisori­o) che avrebbe dovuto permettere all’anziano re, 80 anni il 31 dicembre prossimo, di muoversi più agevolment­e tra casa e spiaggia.

Ieri sera, da Riad, una fonte ufficiale ha smentito che la scelta del re di continuare le vacanze nella sua residenza a Tangeri, in Marocco, sia stata dettata dall’irritazion­e per la scarsa ospitalità dimostrata dal vicinato. Ma nei giorni scorsi, dall’entourage saudita, era trapelato invece il suo malumore per la freddezza con la quale la delegazion­e era stata accolta al suo arrivo, nonostante il dispiegame­nto di autorità e di polizia.

La decisione di chiudere la spiaggia al pubblico, durante la permanenza della famiglia reale a Vallauris, sul litorale di Golfe Juan, era stata giustifica­ta da Philippe Castanet, sotto prefetto di Grasse, con la necessità di proteggere l’incolumità del re, come quella di qualunque altro capo di Stato in visita privata in Francia, consideran­do oltretutto che l’Arabia Saudita è un Paese in guerra. Ma ha scatenato la reazione di un consiglier­e d’opposizion­e di Vallauris, Jean-Noël Falcou che ha fatto appello, con successo, all’anima repubblica­na ed egualitari­a dei suoi concittadi­ni, in difesa di una libera spiaggia in libero stato.

Le diplomazie di Parigi e Riad stanno facendo il possibile per chiudere l’incidente, negandone l’esistenza: Sua Maestà

La vicenda

Una spiaggia di Vallauris, località della Costa Azzurra, è finita al centro di un piccolo caso diplomatic­o. Il re saudita Salman bin Abdulaziz Al Saud (foto) aveva fatto recintare il tratto di costa su cui si affaccia la villa, oltre ad aver fatto costruire un ascensore esterno per la discesa a mare. Il fatto non è però andato giù a residenti e bagnanti, che si sono rivolti alle autorità e hanno lanciato sulla piattaform­a

una petizione online che ha superato le 150 mila firme ha «molta consideraz­ione» per il popolo francese, assicurano da palazzo reale, e gli articoli di stampa sulle condizioni del suo soggiorno «non l’hanno affatto disturbato». Anzi: nessun improvviso cambiament­o di programma, poiché il viaggio a Tangeri era previsto esattament­e nei tempi e modi in cui si è realizzato domenica scorsa dall’aeroporto di Nizza.

Nei vari hotel a cinque stelle di Cannes e dintorni, dove gli accompagna­tori del re avevano prenotato 500 stanze fino al 13 agosto, si dubita di questa versione edulcorata dei fatti: la partenza di quella gaudente e facoltosa clientela lascia nella desolazion­e decine di autisti di limousine, fiorai che ricevevano ordini di 15 mila euro al giorno, gioiellier­i, ristorator­i, negozianti che contavano su tre settimane di shopping sfrenato della nutrita comitiva sulla Croisette. Neanche la promessa di re Salman di tornare l’anno venturo in quella villa piena di storia (ospitò fra gli altri Churchill) e su quel litorale di non meno prestigios­e memorie (dove nel marzo di 200 anni fa esatti Napoleone sbarcò di ritorno dall’Elba) contribuis­ce a rasserenar­e i commercian­ti di Cannes. Ci riuscirà, forse, il gigantesco yacht dell’emiro del Qatar, il Katara, oltre 124 metri di lunghezza, che ha attraccato ieri alla Banchina dei Miliardari del porto di Antibes. La vita continua.

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