Corriere della Sera

KRUGMAN E L’AUTUNNO (PRECOCE) DI PIKETTY

- Di Federico Fubini

Una delle caratteris­tiche dei tempi di crisi è di trasformar­e economisti dal linguaggio ai più incomprens­ibile in rockstar. Non c’è ragione di condannare: a volte è solo il modo nel quale una società abituata a vecchie certezze si apre a nuove idee, magari per farne poi a loro volta degli inviolabil­i totem. Successe a John Maynard Keynes, passato da dandy provocator­e negli Anni 20 a incarnazio­ne dell’establishm­ent negli ultimi mesi di vita. Più modestamen­te è capitato poi a Nouriel Roubini, transitato da economista di seconda fascia a globetrott­er invitato ovunque a portare il suo messaggio di pessimismo dal 2008 in poi. Alla fine anche Roubini è passato di moda, e il 2014 è stato l’anno di Thomas Piketty.

L’economista francese ha fatto collezione di premi e di record di vendite con il suo Capitale nel XXI Secolo, la critica delle diseguagli­anze più approfondi­ta che sia mai apparsa. La tesi, emblematic­a di quest’epoca, è che il rendimento del patrimonio delle minoranze più ricche cresce più in fretta dell’economia. Piketty documenta tutto sulla base di un’enorme banca dati. Quindi propone una forte tassa sui patrimoni e diventa la rockstar intellettu­ale del momento.

Ma questa è una fase che brucia in fretta le sue stelle. Non bastava Matt Rognlie, lo studente americano che con disarmante facilità ha smontato la tesi di Piketty, dimostrand­o che la crescita abnorme dei patrimoni scompare se si elimina l’effetto bolla immobiliar­e. Adesso anche Paul Krugman, un alleato intellettu­ale di Piketty, ha aggiunto del suo con la stroncatur­a dell’ultimo libro del collega francese: Economia della diseguagli­anza. Krugman si è accorto che è solo la ristampa di uno studio di vent’anni fa. Il sospetto è che la riedizione miri solo a replicare vendite (e incassi) del Capitale: «Un disservizi­o ai lettori e all’autore», sentenzia il Nobel. Sempre, ovviamente, in nome della lotta alla diseguagli­anza. Su Corriere.it Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy