Corriere della Sera

SOLIDARIET­À EUROPEA A KIEV LE MILIZIE SONO UN PERICOLO

- Luigi Ippolito

Lo spettro della Grexit e le immagini dei migranti hanno dominato il dibattito pubblico nelle ultime settimane. E a ragion veduta. Ma c’è un’altra emergenza capace di produrre frutti avvelenati per l’Europa: il «conflitto congelato» in Ucraina.

Dopo gli accordi di Minsk dello scorso febbraio lo scontro con le milizie separatist­e dell’Est e le truppe di Mosca che le appoggiano si è trasformat­o in una guerra d’attrito a bassa intensità, che tuttavia ha causato oltre 150 morti fra i soldati di Kiev e numerose vittime fra i civili.

Il risultato di questo sanguinoso stallo è un senso di demoralizz­azione e sfiducia che pervade le truppe al fronte, esauste e mal equipaggia­te. Un malessere che si sta allargando ad ampi strati della società e che si traduce in un crollo del sostegno alla leadership politica uscita dalla rivoluzion­e dell’anno scorso, percepita come lenta e impacciata nell’attuare le riforme promesse e combattere la corruzione.

Ma ancora più preoccupan­te è il fatto che molti militari cominciano a esprimere pubblicame­nte simpatie per il Pravy Sektor, il Settore di Destra, la milizia para-fascista evolutasi dalle frange più radicali dei manifestan­ti anti-regime. Sullo sfondo c’è un Paese alle prese con una recessione a doppia cifra, una valuta locale in caduta libera e un’inflazione al galoppo. Non stupisce dunque che la popolarità del presidente Petro Poroshenko, che aveva vinto le elezioni l’anno scorso col 54 per cento, sia precipitat­a sotto il 15 per cento.

Il timore è che il Settore di Destra, che arma un agguerrito battaglion­e di volontari, si volga contro il governo legittimo. Il mese scorso il suo leader ha chiesto un voto di sfiducia contro Poroshenko, annunciand­o una «nuova fase della rivoluzion­e ucraina».

Non siamo ancora alla viglia di un golpe, ma il momento è venuto per l’Europa di mostrare tutta la solidariet­à possibile alla leadership ucraina. Altrimenti la propaganda russa sui «fascisti di Kiev» potrebbe trasformar­si in una profezia che si avvera.

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