Corriere della Sera

LE COLPE DI DILMA ROUSSEFF IN UN BRASILE IN DIFFICOLTÀ

- Tommaso Pellizzari

Al mattino, l’uscita sul Financial Times di un’intera pagina sulla crisi brasiliana. Con la domanda: è davvero tutta colpa della presidente Dilma Rousseff? (Risposta: tutto sommato sì). Nel pomeriggio, l’arresto di José Dirceu, l’ex ministro del governo Lula già condannato nel processo sul «Mensalão» (la Tangentopo­li do Brasil), e di nuovo in manette per l’inchiesta «Lava Jato» (Autolavagg­io), sulle tangenti intorno all’azienda petrolifer­a pubblica Petrobras. In poche ore, Dilma deve aver visto scorrere davanti a sé tutti i suoi 4 anni e mezzo al comando: durante i quali la carica presidenzi­ale è passata dal massimo (con Lula) al minimo storico di popolarità, il Pil ha smesso di crescere e (scrive ancora il «FT») tra i grandi Paesi emergenti solo la Russia ha fatto peggio.

Non è mai facile subentrare dopo un leader come Lula, ma non è necessario (per smarcarsi) smontare molto di quello che era stato fatto, neanche ci fosse stato un cambio di maggioranz­a. Fin troppo convinta dei suoi mezzi (e ingannata dalla sua voglia di dimostrare di non essere al posto di Lula solo grazie al suo aiuto), Rousseff ha fatto saltare la politica di rigore così benefica per il Paese. Dietro alla crisi del Brasile ci sono l’aumento dell’intervento pubblico, la crescita della spesa, gli incentivi al consumo, l’attenuato rigore fiscale e il diminuito controllo sull’inflazione: tutte scelte sbagliate a livello individual­e e di una squadra di governo mediocre (un’altra colpa).

Il calo dei prezzi di soia, petrolio, carne, riso e caffè hanno fatto il resto, insieme alla corruzione. Del primo fattore, Rousseff non ha responsabi­lità. Del secondo sì e no: la corruzione brasiliana è talmente endemica (il caso Dirceu lo dimostra) da impedire anche al più onesto dei presidenti di tenersene lontano (almeno a livello politico). Se c’era un modo per dimostrare che i leader (e le loro scelte) hanno ancora un peso nel mondo del capitale globale, Dilma (con la sua minore attitudine alla leadership) ne ha scelto uno per il quale potrebbe passare alla storia. Ma non come avrebbe voluto.

@tpellizzar­i

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