Un passaporto per la finanza globale E Torino studia già le prossime mosse
E adesso — forse, ma più sì che no — un’ulteriore quota nell’Economist. E subito dopo — niente forse, qui: l’agenda è già fissata — la maggioranza diretta della Ferrari. È con le riassicurazioni, business ben poco sexy ma certo anticiclico e potenzialmente ricco, che John Elkann fa il colpo grosso della diversificazione Exor e insieme stacca il definitivo visto d’ammissione al circuito dei grandi investitori internazionali. È però con due operazioni all’apparenza minori, in realtà altrettanto strategiche (non solo per appeal mediatico), che completerà la metamorfosi della cassaforte di casa Agnelli. Consegnandole un passaporto per la finanza globale che non ha mai avuto. Non a questi livelli. Non a Wall Street, o nella City. Non al di fuori dello status riflesso dal prestigio personale dell’Avvocato, Giovanni, il nonno che caricò su un Elkann appena ventenne il peso di una dinastia rimasta senza generazione di mezzo. E con un gruppo a un passo dal fallimento.
Probabile sia anche per quelle vecchie foto che a 39 anni, in Italia, il presidente della Giovanni Agnelli & C., di Exor, di Fiat Chrysler Automobiles è spesso ancora considerato un ragazzo. Per quelle e sì, ovvio: perché a tirar fuori tutti dal baratro e a costruire un futuro da
Senza PartnerRe
4%
8%
21% La riassicurazione è uno strumento di cui si servono le compagnie di assicurazione per assicurarsi a loro volta. È possibile infatti che esse non dispongano dei mezzi necessari ad indennizzare gli assicurati per disastri legati ad eventi di grandi dimensioni
Con PartnerRe nuovi e più forti protagonisti globali per la Fiat, per Chrysler, per gli affari della famiglia, ha pensato un signore che di nome fa Sergio Marchionne. Non è un caso che Elkann l’abbia voluto al suo fianco (in questo caso da «vice») anche lassù, ai vertici della finanziaria di cui lui è plenipotenziario. Ma attenzione. Nel nuovo capitolo della storia Exor — 24% il tasso di ritorno medio annuo degli attivi tra il 2009 e il 2014 — Marchionne c’entra solo in un caso: la Rossa di Maranello, che a ottobre verrà quotata a Wall Street e che a inizio 2016, con lo spin off, passerà direttamente sotto le insegne della holding. A quel punto sarà la cassaforte, l’azionista di maggioranza. Avrà il 24%. E poiché, pur in alleanza sicura con il 10% di Piero Ferrari, il pacchetto non offrirebbe un ombrello sufficiente a coprire i rischi di scalata, la sede legale ad Amsterdam