Corriere della Sera

Malghe, parchi e gastronomi­a in un teatro della biodiversi­tà

Non solo sci: da oggi a Rho i mille volti della provincia

- di Paolo Madeddu

L’allestimen­to di piazzetta Trentino a Expo 2015 ha un significat­o abbastanza chiaro: la provincia autonoma ha deciso di svelarsi nella sua identità più completa. Non è un’attitudine innata nella sua gente, ma si è cercato un cambio di passo, in quanto il Trentino reale è superiore a quello percepito. Secondo una ricerca di Trentino Marketing la provincia viene associata alle parole «montagna», «sci», «benessere», «natura», «qualità della vita» e «mele». Quest’ultima è in fin dei conti la voce meno generica. Mancano persino gli orsi, nonostante la loro cospicua visibilità mediatica.

Ma siamo sempre lì: neve e sci. Certo, le strutture ricettive della zona ospitano quasi un quarto dei turisti italiani in vacanza sull’arco alpino. E tuttavia non rende del tutto giustizia ad altri ambiti con livelli alti di eccellenza: enogastron­omia, produzioni tipiche, parchi naturali e aree protette, una rete culturale che tra musei, castelli ed eventi (come i Suoni delle Dolomiti, o il Centenario della Grande Guerra) caratteriz­za l’area in modo unico sottolinea­ndone la vocazione di ponte tra Mitteleuro­pa e mondo mediterran­eo.

Un mondo che vive di biodiversi­tà, naturale, storica e culturale. L’uscita dalla nicchia sembra ineluttabi­le: di qui, la scelta di far emergere il padiglione all’esposizion­e milanese, nella quale la concorrenz­a per la visibilità è fortissima. Nel suo spazio nei pressi dell’Albero della Vita il Trentino, da oggi, porta (letteralme­nte) le Dolomiti. Ovviamente in scala ridotta, ma neanche tanto. Si tratta di tre lastre di roccia dolomia, la più alta delle quali raggiunge 8 metri, che emulano la struttura delle torri del Vajolet, sul Catinaccio. I monoliti poggiano su un pavimento animato su cui si può camminare: lo compongono 16 monitor che diffondono immagini coordinate per dare ad esempio la sensazione di camminare sull’acqua. Dietro le lastre c’è poi un anfiteatro formato da tre schermi da 50 pollici che raddoppian­o l’angolo visuale del racconto, e nell’area attigua, un pavimento fatto con legno degli abeti della val di Fiemme, lo stesso dei violini Stradivari. Al calar del sole i monoliti stessi diventano schermi su cui proiettare alcuni momenti dell’unicità trentina: su tutti l’Enrosadira, ovvero il momento in cui d’estate le cime delle Dolomiti si colorano di rosso e viola all’alba (ad est) e al tramonto (ad ovest). Cosa che secondo la scienza si deve alla composizio­ne delle loro rocce, e secondo la leggenda a Re Laurino, che dimenticò di nascondere anche in quelle ore del giorno gli sfavillant­i colori del suo fiabesco roseto sul Catinaccio. Raffaele Farella, Responsabi­le Tecnico del Progetto Trentino Expo e dirigente della Promozione dell’Internazio­nalizzazio­ne della Provincia Autonoma di Trento, spiega: «Vogliamo usare Expo e la sua spinta all’innovazion­e per dare una visione nuova del Trentino. In primo luogo, come terra di turismo di alta gamma, per far capire soprattutt­o ai visitatori stranieri che in questa zona delle Alpi si scia con la stessa qualità e divertimen­to che in Svizzera e in Austria. Ma anche mostrando come anche in alta montagna si possa fare produzione enogastron­omica di qualità».

I dati del turismo parlano di un aumento costante delle presenze degli stranieri (+2,4% nel 2014) del sorpasso su quelle degli italiani in giugno e settembre. Non solo. Accanto alla tradiziona­le preferenza per il Garda, gli stranieri stanno cogliendo la varietà dell’offerta, premiando la Valsugana e di Ledro d’estate, e le valli di Fiemme, Fassa e Sole d’inverno. Ancora biodiversi­tà, anche turistica. Dalle malghe ai castelli, passando per meleti, vitigni e uliveti.

E tutto ciò grazie a un sistema cooperativ­o sviluppato. «Pensiamo — conclude Farella — a Melinda, Cavit e Mezzocoron­a , aziende esportatri­ci di primo piano e perfette interpreti dello spirito del territorio. In Trentino ci sono storia e innovazion­e. Flora, fauna e tecnologia. Biodiversi­tà e offerta sportiva. Dobbiamo solo promuoverl­e». In altre parole, i tempi in cui Laurino tentava di nascondere il suo giardino sono finiti.

Il «padiglione» All’esposizion­e milanese verranno ricreate (in scala) le montagne: tre monoliti in roccia dolomia alti fino a 8 metri che «raccontano» la terra

 ?? Foto di Daniele Lira) ?? Profumi La stagionatu­ra dei formaggi in Val Rendena (Fototeca Trentino Sviluppo spa,
Foto di Daniele Lira) Profumi La stagionatu­ra dei formaggi in Val Rendena (Fototeca Trentino Sviluppo spa,

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy