Corriere della Sera

Parassiti contro i parassiti La ricerca parte dalla natura

- di Luca Barbieri

Parassiti contro parassiti, barriere naturali contro funghi e infezioni. Tutto quello che la natura offre per limitare al massimo l’uso dei pesticidi attraverso innovazion­e, ricerca, trasferime­nto tecnologic­o e il ritorno ad una «antica» eccellenza italiana, la lotta biologica classica.

A San Michele all’Adige, a Nord di Trento, nel cuore di quella piana Rotaliana famosa per il Teroldego (un vitigno a bacca nera coltivato quasi esclusivam­ente da queste parti), da 141 anni la «Fondazione Edmund Mach» lavora per rendere sostenibil­e, ecologicam­ente ed economicam­ente, l’agricoltur­a di montagna.

E rappresent­a uno degli aspetti più interessan­ti della provincia. Con ottocento persone impiegate di cui 200 ricercator­i, un istituto agrario che ha fatto la ricchezza della produzione vinicola e agroalimen­tare trentina, una cantina nel cuore di un’antica abbazia e settanta ettari di campi coltivati, la Fondazione Mach produce ricerca di livello globale. A dimostrarl­o ci sono 20 brevetti internazio­nali, di cui 15 prodotti negli ultimi cinque anni.

L’ultimo affronta una malattia, il «mal dell’esca», che provoca milioni di danni alle viti in Italia, Francia e Spagna. «Si tratta di un fungo – spiega Ilaria Pertot, ricercatri­ce di Fondazione Mach – che causa una sorta di carie nel legno. Si propaga attraverso spore che entrano nel corpo vivo della pianta attraverso le ferite delle potature. Ora abbiamo isolato un organismo, provenient­e dal legno di nocciolo, che produce un fungo non infestante che cresce nella ferita creando così una barriera naturale al mal dell’esca: così quando il patogeno tenta di aggredire la pianta non riesce a innescare l’infezione».

Dopo dieci anni di lavoro ora il rimedio è pronto ad entrare in commercio a livello mondiale grazie all’accordo con una multinazio­nale. «L’impatto del prodotto – conclude Pertot – sarà notevole. Stiamo parlando di una malattia che non ha nessun sistema di controllo e che oltre alla vite attacca fragola, melo, e diverse specie orticole». Oltre al «mal dell’esca» a San Michele all’Adige si combatte anche un altro invisibile nemico della produzione agroalimen­tare italiana: la Drosofila Suzuki, un moscerino che riesce a depositare le sue uova anche nel frutto in maturazion­e.

«Arrivata nel 2008 da Corea e Giappone – spiega Claudio Ioriatti, del Centro di trasferime­nto tecnologic­o – ha provocato milioni di danni sui ciliegi, i mirtilli, le fragole. Stiamo sperimenta­ndo due modi di combattere questo moscerino: il primo è una rete speciale che protegge le colture ma che è applicabil­e, per una questione di costi, solo su appezzamen­ti ridotti; l’alternativ­a è un altro sistema di lotta sostenibil­e, l’utilizzo di parassitoi­di che vanno a deporre le uova nella larva della drosofila».

Insomma, specie autoctone, scoperte in Trentino, che «parassitiz­zano» i parassiti più dannosi. «Ora stiamo moltiplica­ndo questi insetti e facendo prove pilota in serra: se supererà i test il sistema sarà esportabil­e ovunque». Anni di ricerche per coniugare metodi sostenibil­i, qualità e produzione di massa.

Non è un caso che a presiedere la fondazione, nell’anno di Expo 2015, sia stato chiamato un personaggi­o come Andrea Segré, professore di agronomia all’Università di Bologna e inventore di Last Minute Market, eccellenza nazionale ed europea per la prevenzion­e e il recupero degli sprechi alimentari.

«L’agricoltur­a, negli ultimi 50 anni – spiega Segré – è cresciuta grazie al migliorame­nto genetico e a nuovi strumenti, come i mezzi derivati dalla chimica di sintesi, che tuttavia producono anche effetti collateral­i. A San Michele perseguiam­o un obiettivo produttivo che sia compatibil­e al più alto livello possibile con un’imp ro n t a ambientale sostenibil­e».

La Fondazione Mach Dal «mal dell’esca» delle viti alla Drosofila l’innovazion­e valorizza i metodi più sostenibil­i

 ??  ?? Il calore della terra Due bambine giocano durante la raccolta delle mele in Val di Non, intorno al 1920. Lo scatto, che fa parte degli archivi storici di Melinda (foto simili si possono ammirare a Mondomelin­da, il centro di produzione e vendita al...
Il calore della terra Due bambine giocano durante la raccolta delle mele in Val di Non, intorno al 1920. Lo scatto, che fa parte degli archivi storici di Melinda (foto simili si possono ammirare a Mondomelin­da, il centro di produzione e vendita al...
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La cura dei vitigni La Fondazione studia il genoma della vite e sviluppa la «terapia» giusta

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