Etna, la vigna nascosta sopra il vulcano
Diciotto ettari con Nerello Mascalese e Carricante Diego Cusumano: da anni cercavo questa terra
regole antiche. Operazioni ripetute nelle contrade Pietramarina, Sollicchiata, Porcaria e Verzella, dove stiamo costruendo la cantina ipogea con 42 vasche per vinificare in modo separato le uve di ogni zona. Oltre al Nerello Mascalese abbiamo piantato il bianco Carricante». I Cusumano sono una delle famiglie più potenti del vino siciliano. Il padre, Francesco, produceva mosti concentrati per il Nord. Poi la svolta grazie ai figli: ora l’azienda si estende da Palermo a Pachino, 530 ettari e 2,5 milioni di bottiglie («con il 100% di nostre uve») e un fatturato di 16,5 milioni nel 2014 (era di 1,6 milioni nel 2001, il primo anno con Diego e Alberto alla guida). L’ultimo avamposto sono i 18 ettari vulcanici. Diego è allegro, indossa polo e pantaloni rossa e spezie) e i bianchi (freschi e tesi) Alta Mora Etna 2013 e 2014. E il Guardiola 2013 («splendido, gli darei 95 punti», dice Diego). Su tutto vigila un piemontese, l’enologo Mario Ronco. Senza fantasia, pochi giorni fa il Süddeutsche Zeitung, ha chiamato Diego Cusumano «il nuovo Gattopardo», descrivendo il «sorriso cinematografico» e la determimangia Imprenditore Diego Cusumano nella vigna dell’azienda Alta Mora nazione che l’ha portato in 15 anni da neolaureato in Economia a produttore che vende in 62 Paesi. «Inseguo posti belli, lì si fanno i grandi vini. Il mio motto? Non è il grande che il piccolo ma il veloce che mangia il lento». E con velocità torna, come nel libro di Miller, a parlare dell’Etna e dei sui vini.
La scheda
I vigneti della famiglia Cusumano si estendono da Palermo a Pachino, 530 ettari di filari e 2,5 milioni di bottiglie. Nel 2014 il fatturato è stato di 16,5 milioni di euro. I Cusumano esportano in 62 Paesi: Diego e il fratello Alberto sono alla guida dal 2001