Girone ricoverato in India, la famiglia da lui
Il marò ha contratto la Dengue, una febbre tropicale. Le sue condizioni non destano preoccupazioni La moglie e i figli gli sono accanto. Roma invia due medici militari. Non cambia l’iter giudiziario
«Non destano particolari preoccupazioni le condizioni di salute» di Salvatore Girone, il fuciliere di marina trattenuto in India, che nei giorni scorsi ha contratto la febbre Dengue, un’infezione tropicale trasmessa da punture di zanzare.
Lo dice in un comunicato il ministero della Difesa, precisando che «la malattia sta seguendo il suo normale decorso».
Girone era stato ricoverato nei giorni scorsi in un ospedale di New Delhi, dove viene assistito da una equipe medica indiana che fonti della Difesa definiscono di «alto valore tecnico professionale» e segue il paziente « con scrupolosa attenzione». Giunto alla quarta giornata dall’inizio dell’infezione, Girone migliora costantemente, anche grazie a una terapia di reidratanti e paracetamolo.
Nella capitale dell’India sono stati comunque inviati due medici militari italiani, uno dell’Esercito proveniente dal Policlinico del Celio, l’altro dell’Aeronautica, che hanno già visto il marò e incontrati i colleghi che lo curano. La decisione, precisa il comunicato del ministero, «rientra nella prassi laddove un militare in servizio all’Estero abbia problemi e non sia presente una struttura sanitaria nazionale cui appoggiarsi come invece accade nei vari teatri operativi».
La notizia della malattia è stata confermata anche dal padre del militare, Michele Girone. La moglie e i figli sono da due giorni a New Delhi per essergli vicini. Dall’Italia, sia il ministro Roberta Pinotti che il capo di Stato maggiore, il generale Claudio Graziano hanno parlato al telefono con il marò, per accertarsi delle sue condizioni.
La malattia di Girone, guaribile in una settimana e piuttosto facile da contrarre in climi sub-tropicali, non sembra in ogni caso dover innescare alcuna nuova dinamica nella vicenda dei fucilieri di marina, sul modello di quanto invece era avvenuto per Massimiliano Latorre, l’altro marò coinvolto nella vicenda, colpito da una grave ischemia cardiaca e per questo autorizzato a curarsi in Italia.
È chiaro che in questa fase le autorità italiane hanno ogni interesse a tenere un profilo basso. Tanto più in un passaggio delicato del procedimento, che dopo la decisione del 24 agosto del Tribunale internazionale per il diritto del mare di Amburgo, ha preso una piega piuttosto favorevole per l’Italia: in esecuzione dell’ordinanza della corte anseatica, due giorni fa la Corte Suprema indiana ha infatti sospeso tutti i procedimenti giudiziari contro i due marò, accusati di aver ucciso due pescatori indiani nel febbraio 2012 durante la loro missione internazionale antipirateria a bordo della nave Enrica Lexie.
Nelle prossime settimane la parola passerà alla costituenda Corte arbitrale, che sarà operativa non appena verrà completata la procedura di nomina dei tre membri ancora mancanti, per i quali occorre il consenso di entrambe le parti. Una volta insediata, questa sceglierà la sede e si darà un calendario dei lavori. Più importante, a quel punto la corte potrà valutare nel merito le misure provvisorie, sulle quali il Tribunale di Amburgo ha deciso di astenersi e che con tutta probabilità l’Italia sottoporrà nuovamente ai giudici. In primis la possibilità per Girone di rientrare in Italia e per Latorre di rimanervi, in attesa dell’esito del processo arbitrale, i cui tempi rimangono in ogni caso piuttosto lunghi. Secondo gli esperti infatti, occorreranno da 16 mesi a due anni prima che si arrivi al giudizio definitivo.
Miglioramenti Alla quarta giornata di infezione, il fuciliere continua a migliorare grazie alle terapie Sviluppi In questa fase le autorità italiane hanno ogni interesse a tenere un profilo basso