Corriere della Sera

In bilico la scommessa di Tsipras Dovrà governare con i conservato­ri?

Elezioni in Grecia: Syriza in calo nei sondaggi (25%), la maggioranz­a assoluta lontana

- Luigi Offeddu

«La Grecia non può tornare indietro — ha detto ieri l’ex premier greco Alexis Tsipras — e non tornerà indietro». Ma il suo partito Syriza sì, l’ha fatto e lo sta facendo: l’ultimo sondaggio, commission­ato da un giornale in vista delle elezioni anticipate del 20 settembre, gli assegna infatti il 23% dei voti, tre punti percentual­i in meno rispetto a luglio, e oltre 13 punti in meno rispetto a gennaio. Mentre un’altra rilevazion­e, questa volta lanciata da una Tv, gli pronostica il 25,2% ma assegna anche il 23,2% a Nuova Democrazia, il partito conservato­re che Tsipras sconfisse a suo tempo accusandol­o di voler svendere il Paese: una distanza non certo insuperabi­le. E per Syriza, una scivolata continua e sempre più marcata.

La scommessa di Tsipras, le dimissioni tese a provocare un voto anticipato e un rafforzame­nto della sua posizione sia interna sia nei confronti della Ue, sembra a rischio: a domanda precisa, il 64% dei cittadini gli manda a dire «hai sbagliato » . Syriza, formazione di estrema sinistra, ha ancora il primo posto, così come il suo leader conserva il primato nei sostegni personali (si fida di lui il 41% degli intervista­ti) ma anche secondo il primo sondaggio si assottigli­a visibilmen­te il suo distacco dagli altri partiti: dice infatti che Nuova Democrazia sarebbe ora al 19,5%; e Alba Dorata, movimento di estrema destra, al 6,5%; seguono il Partito comunista, (5%), i socialisti del Pasok ( 4,5%) i centristi di To Potami (4%), e così via. Ma soprattutt­o, il partito più forte della Grecia si rivela oggi quello degli indecisi, arrivati al 25,5% del totale: non certo un segno incoraggia­nte di stabilità.

Per Bruxelles, c’è comunque un buon messaggio: il 68% dei greci ritiene che il loro Paese debba restare nell’eurozona ad ogni costo, e anche a prezzo di un’austerità più dura (mentre oltre la metà boccia l’accordo appena raggiunto con Ue, Bce e Fondo monetario internazio­nale: contraddiz­ioni tipica di certe emergenze politiche).

Alla fine, il 20 settembre, Tsipras molto probabilme­nte vincerà le elezioni. Ma, altrettant­o probabilme­nte, non potrà governare da solo. Perché trovare una maggioranz­a solida e fidata non gli sarà facile: egli stesso ha sempre rifiutato l’ipotesi di un’alleanza con l’opposizion­e filo-Ue, cioè Nuova Democrazia, To Potami e Pasok; ma il suo alleato di governo fino all’altro ieri, il partito conservato­re Greci Indipenden­ti, sempre secondo le rilevazion­i sfiora appena il 2%, ben al di sotto della soglia minima richiesta per entrare in Parlamento. Mentre Unione Popolare, il partito della sinistra radicale nato dalla scissione interna di Syriza, conquista un 3,5% che nel post-elezioni potrebbe trasformar­lo in un pragmatico alleato, ma anche in un insidioso avversario. Per molti osservator­i, è anche possibile che si vada a un secondo turno di elezioni, vista l’incertezza estrema dell’opinione pubblica. Intanto, ieri ha giurato il governo ad interim formato da politici e tecnocrati e guidato per la prima volta nella storia greca da una donna, Vassiliki Thanou, giudice della Corte di Cassazione.

Con la consueta baldanza, Tsipras si dice certo che «il popolo greco ci darà un mandato forte per il presente e il futuro». Ma anche lui sa benissimo che quello stesso mandato potrebbe non bastare a garantirgl­i la serenità politica in città come Bruxelles, Berlino o Washington, le sedi dei suoi creditori internazio­nali: là, c’è gente che a torto o a ragione non deve aver conservato un buon ricordo dell’abilità tattica sfoderata dal giovane leader nei mesi scorsi, durante il grande bazar Ue-Atene.

 ??  ?? Giù Alexis Tsipras, 41 anni, ha sciolto il suo governo con l’idea di rafforzare Syriza. La Grecia andrà al voto il 20 settembre
Giù Alexis Tsipras, 41 anni, ha sciolto il suo governo con l’idea di rafforzare Syriza. La Grecia andrà al voto il 20 settembre

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