Corriere della Sera

Unioni civili, si tratta sui richiami al matrimonio

Il Pd apre a modifiche: non è detto che siano al ribasso. Ma il centrodest­ra: il ddl Cirinnà va riscritto

- Margherita De Bac

Mancano pochi giorni. Il 2 settembre la commission­e Giustizia del Senato tornerà sui banchi e riprenderà in mano il disegno di legge sulle unioni civili. I concorrent­i stanno scaldando i motori. Ed emerge di prepotenza uno dei nodi centrali. Sotto la lente le citazioni degli articoli del codice civile che fanno riferiment­o al matrimonio. Ci sarebbe la volontà di modificarl­e.

In un’intervista a Radio Popolare Monica Cirinnà, relatrice pd del provvedime­nto, ha confermato: «È vero, stiamo lavorando su alcune ipotesi e non è detto che siano modifiche al ribasso. Nessuna grande riforma si ottiene chiudendo la porta in faccia a qualcuno. Togliere pezzi non significa levare diritti».

Eppure per il centrodest­ra le aperture del governo Renzi non sono sufficient­i. È perentorio Maurizio Gasparri,vicepresid­ente dei senatori di Forza Italia: «Ci sono condizioni ineludibil­i per varare la normativa. Non ci deve essere equiparazi­one tra queste cosiddette unioni e il matrimonio. Il testo in discussion­e va completame­nte riscritto». No alla reversibil­ità delle pensioni e ad ogni forma di adozione.

Dello stesso avviso Carlo Giovanardi, capogruppo in Senato di Area popolare: «Il testo richiama con un altro nome il matrimonio. Il presidente emerito della Corte Costituzio­nale Cesare Mirabelli lo ha detto chiarament­e. Va riscritto».

Incalza Maurizio Sacconi, presidente della commission­e Lavoro: «Se si cerca la mediazione, bisogna rimuovere il macigno della rivoluzion­e antropolog­ica costituito dall’utero in affitto», tecnica che darebbe la possibilit­à a coppie di omosessual­i di avere un figlio affidando la gravidanza a una madre surrogata.

Insomma, la pausa estiva non ha interrotto le polemiche su un provvedime­nto che resta uno dei temi più caldi dell’autunno in arrivo. E la disponibil­ità del premier Renzi a dialogare col mondo cattolico per trovare un’intesa eliminando appunto ogni accenno al matrimonio È un istituto di diritto anglosasso­ne con il quale si indica l’adozione, da parte di uno dei due componenti di una coppia, del figlio del partner. Può riferirsi sia a coppie etero che omosessual­i ed è prevista nel disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. non pare sia bastata a convincere gli intransige­nti.

La prossima settimana è molto atteso l’intervento del ministro per le Riforme costituzio­nali Maria Elena Boschi al Padova Pride Village. Tema della conversazi­one dal palco centrale assieme al deputato Alessandro Zan le unioni civili e le riforme. È la prima volta in assoluto che un esponente di governo fa visita a un villaggio gay.

«Le sciocchezz­e che stanno circolando mi sorprendon­o. Tutti sanno che non è in ballo il matrimonio. Alla ripresa dei lavori vedremo di ricevere segnali chiari. Per ora è aria fritta», replica la Cirinnà. « Sono in campagna per la vendemmia. L’unico pensiero che ho è il mio vino. Il 2 settembre aspetto segnali più chiari»».

Il testo

Il ddl Cirinnà, fermo in Commission­e al Senato, disciplina le unioni civili per conviventi e coppie dello stesso sesso

Tra i diritti, assistenza sanitaria, reversibil­ità della pensione, subentro nel contratto di affitto e separazion­e dei beni In Comune Luigi Brugnaro, 53 anni, sindaco di Venezia

Un Gay Pride sul Canal Grande? «Per assurdo sì, anche con Elton John che suona con noi», dice ora il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, con un’apertura al mondo omosessual­e dopo un’estate a colpi di tweet che lo hanno fatto finire al centro delle polemiche con i giornali internazio­nali e con la stessa pop star inglese. «Il diritto di manifestar­e è per tutti e lo rispetto», sottolinea il primo cittadino in un incontro con la stampa al rientro dalle ferie, mentre non gli piacciono le manifestaz­ioni sopra le righe. «Sembra che tutto debba essere strumental­izzato ma questo non è il mio scopo. Sono per il dialogo, sono perché tutti siano partecipi come farebbe un padre di famiglia e i problemi, in casa propria, si risolvono con la mediazione e il consenso di tutti». E quindi, pur senza dare un via libera esplicito alla manifestaz­ione, concede che un Gay Pride in Laguna, «per assurdo» anche sul Canal Grande, si può fare. E ricorda che il Comune di Venezia ha dato il patrocinio al premio, collateral­e alla Mostra del cinema della Biennale, Queer Lion Award dedicato ai film per promuovere la cultura del rispetto del diverso orientamen­to sessuale, delle pari opportunit­à e contro l’omofobia. Brugnaro si augura che il polverone alzatosi su alcuni suoi tweet recenti dal significat­o non univoco ora si plachi. Ma il Washington Post insiste. «Forse ha bisogno di conoscere meglio la sua città», scrive il quotidiano Usa. Sul tavolo del sindaco, finito nel mirino anche per l’iniziativa di ritirare dalle bibliotech­e delle scuole dell’infanzia 49 libri antidiscri­minazione, ci sono altri nodi spinosi. Come quello di dare concretezz­a, secondo i suoi progetti, all’ipotesi di istituire le «ztl pedonali» in alcune aree del centro storico di Venezia, compresa piazza San Marco da far diventare a pagamento. L’idea allo studio della giunta di centrodest­ra è quella di ricorrere, se fosse possibile, ad una legge speciale. Per il sindaco il progetto è tutto da costruire ma sul piano concreto potrebbe contribuir­e a fare cassa, specie per far fronte alla manutenzio­ne di una città che ogni anno deve fare i conti con una ventina di milioni di turisti.

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