«La magistratura? Il problema sono le leggi quasi incomprensibili»
Onida: l’incertezza compromette la giustizia equa
Decreti “omnibus” vengono presentati e poi votati con un maxiemendamento. L’accavallarsi di disposizioni varie in simili provvedimenti approvati in blocco non favorisce certo la chiarezza. Ora la qualità delle leggi è persino peggiorata: certi testi sono talvolta quasi incomprensibili». Cosa si dovrebbe fare? «Quando c’è un problema normativo, bisognerebbe affrontarlo esplicitamente, in modo sistematico e in sede propria, non infilare un emendamento nell’ultimo testo in discussione davanti al Parlamento».
Il suo collega Cassese punta il dito anche sulla Scuola della magistratura che non insegna a usare la custodia cautelare come extrema ratio. È così?
«Qui entriamo nel campo della prassi giudiziaria. Su questo certamente la formazione può e deve incidere. Ma non è vero che la Scuola non cerchi di farlo. Nei suoi corsi la Scuola non ha mancato di richiamare l’attenzione dei magistrati sul problema, partendo dalla constatazione del numero di detenuti in attesa di giudizio, molto superiore alla media di altri paesi europei. Sulle richieste di custodia cautelare avanzate dalle Procure i giudici devono esercitare un vaglio severo. Tuttavia osservo che talvolta un legislatore schizofrenico ha operato in senso contrario, cercando di imporre una “obbligatorietà” della custodia cautelare, con norme che hanno dovuto essere corrette dalla Corte costituzionale».
Cassese vi imputa anche di non far ricorso all’analisi economica del diritto. Dovreste? «Il problema non è di elaborare teorie generali, ma è ancora una volta pratico: le pronunce dei giudici incidono su realtà spesso complesse, sociali e anche economiche. e devono tenerne conto adeguando i propri contenuti non solo, come è ovvio, ai limiti e agli obblighi di legge, ma anche, quando esprimono valutazioni discrezionali, a esigenze di equilibrio e di corretto bilanciamento fra interessi contrapposti tutti degni di tutela. Ma l’azione penale, da noi, è obbligatoria, ed è giusto, perché solo così si garantisce l’uguaglianza fra i cittadini. Semmai talora si ha l’impressione di una eccessiva discrezionalità delle Procure nello scegliere le indagini da coltivare e nel disporre dei loro tempi, talora eccessivamente lunghi. L’obbligatorietà dell’azione penale presuppone che al processo si arrivi presto. Anche su questi temi la Scuola non ha mancato di provocare riflessioni e confronti fra i magistrati. La Scuola ha il vantaggio di essere autonoma sia dal Consiglio superiore della magistratura sia dal ministro di Giustizia, che pure nominano i componenti del direttivo ed emanano “linee guida” di cui la Scuola tiene conto. Così essa può promuovere una formazione non esclusivamente tecnico-giuridica, ma aperta alla realtà dei fatti e mirata a sviluppare il senso di “responsabilità sociale” della magistratura”».
La custodia cautelare «Sulle richieste delle Procure i giudici devono esercitare un vaglio severo» Talora si ha l’impressione di una eccessiva discrezionalità delle Procure nello scegliere le indagini da coltivare e nel disporre dei loro tempi, a volte eccessivamente lunghi