Corriere della Sera

BASTA IPOCRISIE: LA BELLEZZA VINCE OVUNQUE (ANCHE IN CUCINA)

- di Antonella Baccaro

T ra poche settimane sarà di nuovo Miss Italia e saranno di nuovo polemiche. Tutti a dire che le ragazze che vi sfilano, singles o meno che siano, non andrebbero valutate come mucche al mercato e che di certo «oltre le gambe c’è di più». Ragionamen­ti basati su un fondamento di verità che però finisce per stemperars­i nel solito chiacchier­iccio sull’evento, utile a affacciars­i su di esso, mantenendo un po’ di distacco. Da questa ipocrisia nascono mortifican­ti siparietti in cui le ragazze vengono invitate a parlare per mostrare di puntare a «altro» nella vita, quando invece sono lì proprio perché si stanno giocando la carta della bellezza. Dunque l’unica domanda legittima sarebbe: può la bellezza di quella ragazza imporsi sulle altre? E per arrivare a questo responso basterebbe guardarle, o tutt’al più vederle muoversi negli ambiti che più probabilme­nte le accogliera­nno e che difficilme­nte saranno gli uffici del catasto.

Se si fosse onesti sino in fondo, si ammettereb­be che forse il concorso di Miss Italia è l’unico luogo dove si è scelto un metro di valutazion­e della realtà senza infingimen­ti: la bellezza. E questa si persegue fino in fondo, perciò non ci si dovrebbe scandalizz­are se le ragazze vengono giudicate con questo. Lo diciamo perché sono tanti altri gli ambiti in cui la bellezza sta assurgendo a metro di valutazion­e, solo che ipocritame­nte non lo si dice. Prendiamo lo sport. Chi non ricorda il volto di Sara Simeoni quando saliva sul podio del salto in alto? La sua faccia stravolta, senza un filo di trucco, i capelli ancora bagnati di sudore, era l’immagine dello sport, dello sforzo e dell’abnegazion­e che in quel campo sono l’unica virtù necessaria. Un messaggio che è meno diretto quando si guardano i nuovi sportivi, alcuni ossessiona­ti dall’immagine, che però nello sport non serve a nulla mentre di certo è utile per portare a casa dei contratti. Il punto è che la bellezza sta ormai soppiantan­do gli altri valori in molti campi. Ad esempio nelle cucine di molti programmi tv, dove di una buona pastasciut­ta basta dire che «non è ben impiattata» per bocciarla. Va bene, l’occhio vuole la sua parte. Ma la sua parte non è il tutto.

Va bene che l’occhio vuole la sua parte Ma la sua parte non è il tutto

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