Natura ed erotismo La moda diventa cinema con 180 corti in gara
A Milano la seconda edizione di Fashion Film Festival Giovani, sperimentazioni e maestri della pellicola
«La moda ha sempre avuto bisogno di esprimersi, quando si spegne la sfilata. Il cinema la eleva a sogno». Constanza Cavalli Etro trasmette tutta la sua passione per un progetto che ha fatto diventare evento unico a livello internazionale, il Fashion Film Festival della moda che avrà luogo dal 20 al 22 settembre all’Anteo di Milano: 180 film in concorso di maestri e di giovani emergenti, selezionati tra i 600 arrivati da 45 Paesi. Quattro sale dedicate ai racconti di moda, una per incontri e dibattiti. I vincitori saranno selezionati da Franca Sozzani, Rankin, fotografo fondatore di Dazed & Confused e Hunger, il regista Bruno Aveillan, Lisa Immordino Vreeland, autrice «Art Addict» sulla vita di Peggy Guggenheim.
Che cosa ha da raccontare la moda oggi? «Il contatto con la natura e l’erotismo sono i temi forti. La moda deve interpretare il futuro e ciò che più ci sta a cuore, il nostro rapporto con il pianeta» spiega Constanza citando il corto di Dries Van Noten, High Tide (Alta marea). Ed è impressionante come un vestito lungo indossato da una ragazza a piedi nudi su una spiaggia selvaggia sappia trasmettere il concetto di estetica. È nella sua Sardegna, a s’Archittu, che Giulia Achenza, giovane vincitrice dell’edizione 2014 del Fashion Film Festival, ha ambientato parte del suo «Chea», zolla in sardo. Il corto è il manifesto del festival, voluto e prodotto da Costanza Cavalli Etro insieme a Collateral film per promuovere il talento della giovane sarda.
Argentina di nascita, Constanza crede nei giovani fin da quando organizzava i festival cinematografici in Messico, dove ha vissuto, prima di sposare lo stilista Kean Etro e trasferirsi a Milano. «Questa città ha tutto, ma non c’è competizione. Un recinto chiuso ai giovani. Per questo dico grazie a Constanza», racconta Giulia Achenza diplomata in moda allo Ied (ha vinto con il filmato della tesi). Gli emergenti avranno visibilità anche grazie a un accordo con Paramount che diffonderà i film: «Il grande aiuta il piccolo». In programma i corti delle maggiori griffe: Valentino, Armani, Ferragamo, Gucci, Chloé, Hermès, Kenzo, Rag & Bone, Cartier. A proposito di erotismo, il corto di Proenza Schouler s’intitola «Legs are not doors» (Le gambe non sono porte).
La donna è protagonista del cinema della moda e sarà interessane vedere come registi e artisti ne percepiscono il nuovo spirito. Miranda July riprende se stessa con una web cam sullo sfondo di una cucina Anni ‘50 mentre racconta con ironia porno soft una borsa rossa. Due le categorie presentate in tre giorni, una con i nuovi talenti e l’altra con i filmati realizzati dai maestri (il premio è firmato da Barnaba Fornasetti). «La qualità non sempre è sinonimo di budget — insiste l’esperta —. Film girati con strumenti all’osso si alternano a corti con effetti speciali pazzeschi come quello di Cartier diretto da Bruno Aveillan».
I registi non snobbano più la moda. Al contrario, ne fanno un mezzo di sperimentazione (vedi Sorrentino per Armani, Polanski per Prada). E gli attori sono sempre più numerosi in prima fila alle sfilate, consapevoli che alla moda devono un po’ di fascino. Tra i protagonisti dei film del festival (ingresso gratuito la mattina, 7 euro al pomeriggio) Sarah Jessica Parker, Jeremy Irons, Keira Knightley, Benedict Cumberbatch, Chloe Sevigny, Liv Tyler. I film si possono vedere dall’iPhone dal 22 al 28 sul sito fffmilano. E si potrà votare.
Chi partecipa Da Dries Van Noten e Bruno Aveillan a Giulia Achenza, vincitrice dello scorso anno