La struttura
Il Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Mineo, in provincia di Catania, nasce nel 2011 per decisione dell’allora governo guidato da Silvio Berlusconi, con il leghista Roberto Maroni ministro dell’Interno
Il Cara è ospitato nell’ex «Residence degli Aranci», quattrocento villette a schiera che avrebbero dovuto ospitare i militari della base americana di Sigonella. È circondato da una recinzione di filo spinato
Con 4 mila posti disponibili è uno dei centri di accoglienza più grandi d’Europa. Teatro più di una volta di tensioni, nel 2012, nello scontro tra ospiti e forze di polizia, diversi agenti rimasero feriti
Il Cara è stato coinvolto nell’inchiesta di Mafia Capitale, riguardo all’assegnazione della gara di appalto per la gestione. Un’altra indagine riguarda la «parentopoli» nelle assunzioni
dal nostro inviato
La caccia al nero è partita ufficialmente. Dei giovani italiani, in auto, armati di pistola, hanno fermato ieri sulla statale che passa per Mineo due migranti del Gambia in bicicletta. Due ospiti del Cara, com’era anche Mamadou Kamara prima del massacro di Palagonia. Li hanno fermati, picchiati, insultati con frasi razziste e rapinati di un cellulare e qualche soldo. Uno dei due africani è riuscito a fuggire, l’altro no ed è finito in ospedale a Caltagirone. Tre ragazzi, sospettati dell’aggressione, sono stati bloccati in serata dai carabinieri di Palagonia, diretti dal maggiore Felice Pagliara. La tensione in paese sta crescendo, alimentata sicuramente dalle polemiche politiche di questi giorni. Il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, ha invitato tutti su Facebook «a una riflessione sul tema della pena di morte da applicare». Forza Nuova ieri sera presidiava la camera ardente dei due pensionati uccisi sabato notte. Soffiare sul fuoco è sempre pericoloso.
Ma Vincenzo Solano e Mercedes
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Ibanez facevano molta beneficenza e regalavano volentieri un soldino ai ragazzi immigrati del Cara di Mineo, appostati ogni mattina nella speranza di racimolar qualcosa fuori dal supermercato «Famila» di via Palermo, che sta proprio attaccato a casa loro. «A volte addirittura — rivelano i paesani uscendo dalla camera ardente in municipio — si facevano accompagnare fin dentro casa col carrello della spesa e offrivano loro i frutti del giardino...». Insomma, erano generosi e si fidavano, ma proprio questo forse stavolta li ha traditi. Forse Mamadou Kamara, il diciottenne ivoriano accusato