Corriere della Sera

Solo 4 italiani su 10 in campo nella serie A

Cresce la presenza degli stranieri rispetto allo scorso campionato. I riflessi sulla Nazionale

- di Guido De Carolis

Allenatori e club della serie A preferisco­no gli stranieri, in costante aumento. Nelle prime due giornate sono stati utilizzati in tutto 336 calciatori e di questi solo 135 italiani. Meno della metà, appena il 41%, 4 su 10, in diminuzion­e rispetto alla stagione 2014-2015, quando dopo i primi due turni, ne finirono in campo 151, il 45%. In totale lo scorso anno gli italiani utilizzati sono stati 277 sui 609 schierati dai 20 club: il 45,5%.

Non è un campionato per italiani. Alla serie A piacciono poco e non bastano le nuove norme (rose con almeno 4 giocatori cresciuti nel club di appartenen­za e 4 formati nel nostro Paese) a tutelarli. Gli allenatori e i club preferisco­no gli stranieri, in costante aumento anno dopo anno.

Nelle prime due giornate sono stati utilizzati in tutto 336 calciatori e di questi solo 135 italiani. Meno della metà, appena il 41 per cento, in diminuzion­e rispetto alla stagione 20142015, quando dopo i primi due turni, ne finirono in campo 151, a conti fatti il 45 per cento. In totale lo scorso anno gli italiani utilizzati sono stati 277 sui 609 giocatori schierati dai venti club: il 45,5 per cento.

Si cerca all’estero con frequenza sempre maggiore e il pozzo da cui si estraggono campioni (o presunti tali) è l’Argentina, la colonia più numerosa, arrivata a schierare nel 2014/2015 ben 42 giocatori. Quest’anno è ripartita piazzandon­e 21 nelle formazioni titolari dei primi due turni, a pari merito con il Brasile.

Non è solo il fascino del giocatore straniero a spingere i club sui mercati esteri, piuttosto un problema finanziari­o difficile da aggirare. Quando una società italiana acquista un giocatore da un’altra del nostro Paese deve garantire con una fideiussio­ne presso la Lega Calcio il 100 per cento dell’importo. Non è così se si compra fuori dai confini, dove di fatto si stipula un contratto tra due società private senza obblighi di garanzie. Una limitazion­e non da poco, voluta per limitare i «bidoni» a potenziali venditori. Non accade così in altre federazion­i, dove le pratiche sono più snelle e pure ( forse) più rischiose. Non basta però l’aspetto economico a giustifica­re una contrazion­e sempre più evidente. I vivai non sfornano più giocatori perché poco è stato fatto per farli fiorire negli anni passati e inoltre non c’è l’obbligo di dover schierare un numero di giocatori N«selezionab­ili» per la Nazionale. Il c.t. Antonio Conte si trova a pescare da un bacino ormai quasi prosciugat­o. La squadra più «italiana» è stata il Frosinone con ben 14 «azzurri» schierati su 17. Decisament­e votata all’estero l’Udinese, con il solo Di Natale (peraltro neppure titolare domenica scorsa) a tenere alto il tricolore. Inter e Roma sono andate poco meglio: appena due dei nostri in campo, la Fiorentina ne ha usati 3, come la Lazio. Il Napoli l’anno passato fu la squadra a spendere meno italiani in tutta la stagione: 5 sui 26 calciatori utilizzati. La provincia resta il posto migliore per esprimersi per i giocatori di casa nostra. Cesena e Sassuolo nel 2014/15 ne hanno mandati in campo 23 ciascuno. Quest’anno dietro al Frosinone ci sono Sassuolo (13 schierati), Bologna 12, Empoli 10. Seguono Atalanta, Milan, Carpi, Samp e Verona a quota 8, Chievo e Torino 7, Juve e Palermo a 6, Genoa 5, Napoli 4.

Le brutte notizie per Conte però non sono finite. I centravant­i italiani sempre titolari e in campo nei primi 180’ si contano sulle dita di una mano, appena quattro: Dionisi (Frosinone), Toni (Verona), Quagliarel­la (Torino) e Paloschi (Chievo), cui vanno aggiunti Eder e Vasquez, due oriundi «azzurrabil­i». Le punte straniere sono state il 78 per cento e le big hanno solo tridenti scelti all’estero. Non c’è da stupirsi perché su 559 tesserati in serie A 312 sono stranieri, più della metà e ben il 55,8 per cento. In Premier League si arriva al 68,3, in Bundesliga al 48,8, nella Liga spagnola al 41,7. Frontiere aperte, tanti mormorano: lo straniero passa e gioca.

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(Lapresse) Il più costoso Dybala, 21 anni, pagato 32 milioni
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(F. Forte) Il francese Kondogbia, 22 anni, è costato 30 milioni
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(Lapresse) Il colombiano Bacca, 28 anni, è costato 30 milioni

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