Corriere della Sera

La lettera a Mogherini e il patto a tre Regia comune per superare Dublino

Roma, Parigi, Berlino fanno fronte contro gli isolazioni­sti: «Ora standard unici»

- di Paolo Valentino

L’Europa deve dare immediatam­ente una forte risposta comune, fondata su principi di solidariet­à e umanità, all’emergenza dei migranti. Di fronte al drammatico aggravarsi della crisi, l’Unione europea deve mostrarsi capace di raccoglier­e una sfida di portata storica, dandosi un’ambiziosa politica integrata del diritto d’asilo, distribuen­do in modo equo gli oneri fra gli Stati membri, formulando una regola comune dei rimpatri.

Italia, Germania e Francia rispondono insieme ai proclami isolazioni­sti e ai toni di chiusura, che risuonano dalla Gran Bretagna all’Ungheria. Nella prima iniziativa comune dopo molti anni, i ministri degli Esteri di Roma, Parigi e Berlino hanno lanciato ieri un appello all’Alto Rappresent­ante per la Politica estera e di Sicurezza dell’Unione, Federica Mogherini, invitandol­a a promuovere una riflession­e politica approfondi­ta sulla crisi dei migranti, nel corso dell’incontro informale dei capi delle diplomazie, che si apre domani pomeriggio a Lussemburg­o.

In verità, l’Alto rappresent­ante aveva già messo il tema in agenda. Ma quello lanciato ieri dai tre grandi Paesi dell’Ue è un segnale atteso e dovuto, che potrebbe finalmente innescare una nuova dinamica unificante nel caos degli egoismi e dell’impotenza lacerante, con cui l’Europa ha fin qui subito la grave catastrofe umanitaria in corso.

In un documento ufficioso inviato a Mogherini, Paolo Gentiloni, Frank-Walter Steinmeier e Laurent Fabius mettono nero su bianco una serie di proposte e suggerimen­ti, «fondate su un approccio integrato, che guarda alla doppia dimensione, interna ed esterna, dell’immigrazio­ne», mirate cioè ad affrontare l’emergenza, ma anche a combattern­e le cause profonde nei Paesi d’origine e di transito.

In primo luogo, ricordano i tre ministri, «l’Europa deve saper proteggere i rifugiati secondo standard e procedure adeguate e armonizzat­e, a prescinder­e dal Paese Ue nel quale arrivano». Si tratta in altre parole di rivedere contenuti e attuazioni del sistema concepito 25 anni fa a Dublino, «alla luce dei limiti e delle manchevole­zze» emersi drammatica­mente nella crisi attuale. Occorre poi perseguire da subito l’obiettivo di una più equa ripartizio­ne dei rifugiati sull’intero territorio europeo: «I Paesi membri — dice una nota della Farnesina — devono dimostrare maggiore solidariet­à fra di loro e fornire immediata assistenza materiale e finanziari­a ai Paesi di prima accoglienz­a sottoposti a più forte pressione».

Secondo il documento italofranc­o-tedesco, «un più efficiente sistema del diritto d’asilo, va di pari passo con una più efficiente politica dei rimpatri dei migranti irregolari a livello europeo, in modo da garantire lo status di rifugiato più rapidament­e a chi ha veramente bisogno della protezione internazio­nale». A questo scopo, occorre finalmente concordare una lista accettata da tutti dei Paesi d’origine considerat­i «sicuri», quelli la cui situazione politica interna non giustifica la concession­e dell’asilo.

Infine, secondo i ministri degli Esteri d’Italia, Germania e Francia, occorre sfruttare tutti i margini consentiti dai trattati per «creare un sistema integrato di gestione delle frontiere esterne dell’Unione Europea».

Sul piano operativo, dopo la riflession­e del fine settimana, toccherà al Servizio esterno della Commission­e europea formulare le proposte, in vista del prossimo Consiglio europeo.

Assistenza Occorre fornire immediata assistenza ai Paesi di prima accoglienz­a

E anche se appare scontata una dura opposizion­e da parte di Paesi come il Regno Unito, i baltici e quelli balcanici, questa volta Bruxelles può contare sulla certezza di avere al suo interno l’appoggio e la copertura dei tre maggiori Paesi dell’Unione.

Il documento inviato a Mogherini comprende anche una lunga parte, dedicata alla lotta contro le cause di fondo delle migrazioni nei Paesi d’origine e di transito. I tre ministri degli Esteri propongono di accompagna­re i processi politici in corso — che puntano a risolvere le crisi in Siria, Libia, Corno d’ Africa e Sahel — con misure economiche mirate a sostenere le popolazion­i locali, risorse per l’istruzione e la formazione, investimen­ti per la ricostruzi­one. I Paesi della Ue dovrebbero aumentare gli stanziamen­ti per gli strumenti di stabilizza­zione e d’intervento già esistenti a questi scopi. Inoltre dovrebbero essere più generosi con le agenzie dell’Onu che operano in quelle aree e che invece sono sistematic­amente a corto di finanziame­nti.

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