Corriere della Sera

In passato

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I nazisti per identifica­re gli ebrei detenuti nei campi di concentram­ento li marchiavan­o con numeri. Nel 1941 la procedura fu introdotta ad Auschwitz ingressi di chi cerca rifugio sono sempre più inattuali ed evanescent­i. Così, le autorità governativ­e ceche hanno cercato di spiegare che numerare le persone era un sistema per tenere insieme i gruppi familiari, soprattutt­o vista la quantità di bambini presente nei treni; oppure, come riportato dal Daily Mail online, hanno fatto presente che evidenziar­e il numero di convoglio e di vagone dei clandestin­i avrebbe facilitato il loro respingime­nto verso il Paese di partenza.

Però, per le organizzaz­ioni umanitarie ceche e internazio­nali controlli, caos e mancanza di preparazio­ne non giustifica­no in alcun modo comportame­nti illeciti che «ricordano quelli dei nazisti».

E anche la comunità ebraica italiana ha condannato duramente il fatto. «Quello che è accaduto è gravissimo. Decine di profughi sono stati letteralme­nte marchiati come fossero bestiame destinato al macello, richiamand­o inevitabil­mente il periodo più oscuro della storia contempora­nea», ha dichiarato Renzo Gattegna, presidente

Renzo Gattegna «Quello che è accaduto è gravissimo. L’Europa appare incapace di affrontare le sfide»

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