Corriere della Sera

Rai, il cda vota compatto: superdeleg­he alla Maggioni

Stessi poteri di Gubitosi-Tarantola. Dall’Orto conferma la trattativa con Sky

- Giovanna Cavalli

Consiglio di amministra­zione Il cda di Viale Mazzini si è riunito ieri e ha votato i poteri speciali per il presidente della tv pubblica Monica Maggioni (in primo piano)

Tutti d’accordo e in un’ora la faccenda delle superdeleg­he è stata sistemata. Un Cda a turbolenza zero (le riunioni al settimo piano di viale Mazzini possono essere assai più animate), ieri mattina ha attribuito al presidente della Rai i poteri speciali richiesti dall’azionista ministero dell’Economia, gli stessi concessi peraltro al precedente duplex Gubitosi-Tarantola.

E dunque Monica Maggioni, su proposta del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, potrà firmare contratti fino a 10 milioni di euro e provvedere alle nomine dei dirigenti per le strutture non editoriali senza prima dover passare per il consiglio di amministra­zione.

Nessuna rimostranz­a, nessun ostruzioni­smo dichiarato. Persino il temuto Cinque Stelle Carlo Freccero viene descritto dai colleghi come «buonissimo». Alle 9 i convenuti si sono detti «buongiorno», poi ha preso la parola Marco Fortis, il consiglier­e indicato dal Tesoro, quindi la Maggioni per assicurare che ogni scelta sarà condivisa (e che i consiglier­i non si troveranno di fronte al fatto compiuto), alle 10 si è votato ed è stato un sì unanime.

Il timore di essere ridotti a meri «passacarte» al momento pare placato. «Mi fido dell’impegno formale che ha preso con noi la Maggioni», racconta il consiglier­e Arturo Diaconale ( area centrodest­ra). «Se poi le scelte fossero unilateral­i... se venisse a mancare il buon senso, allora è chiaro che si aprirebbe la conflittua­lità».

Sereno si tratteggia anche il consiglier­e Guelfo Guelfi (area centrosini­stra): «Com’è andata? Bene, eravamo bellini... nessuna discussion­e, l’assetto di governance della Rai è chiaro, noi siamo qui per consigliar­e ma non solo, faremo valere competenze e opinioni. Questo Cda si guarda negli occhi e parla. Il presidente rispetterà le promesse, ho piena fiducia». E se così non fosse? «Eh, se la mi nonna avesse le ruote sarebbe un carretto, si dice da noi in Toscana». Improbabil­e, insomma.

Il dg Campo Dall’Orto («In palla» lo descrive Guelfi), che con la riforma della Rai diventerà un vero amministra­tore delegato plenipoten­ziario, ha illustrato conti e prospettiv­e dell’azienda, confermand­o la trattativa aperta con Sky per occupare (con Rai4) il canale 104 del satellite che sta per essere liberato da Mediaset (c’è Rete4), decisa a criptare le sue tre reti (al momento occupa A fine luglio Mediaset ha deciso di chiedere a Sky 110 milioni di euro per consentire la trasmissio­ne dei propri contenuti sulla piattaform­a satellitar­e. Il «retransmis­sion fee» è già stato riconosciu­to in Germania e in Gran Bretagna. Ma anche in Italia la Agcom ha autorizzat­o la Rai a chiedere un corrispett­ivo per la cessione dei propri programmi anche il 105 e il 106 con Canale 5 e Italia 1) se non le verranno riconosciu­ti i diritti di ritrasmiss­ione. Cosa che la tv di Murdoch non ha alcuna intenzione di fare, come ha chiarito l’ad Andrea Zappia. Mentre il corteggiam­ento della Rai (e di Fox, per il tasto 105) viene accolto «con grande interesse».

Non ha fretta, Campo Dall’Orto, che in un’intervista al Foglio spiega che la «sua» Rai prenderà forma «tra marzo e maggio», che «le nomine non avverranno troppo in là, ma solo una volta messo a fuoco lo schema di gioco», che «per chi fa servizio pubblico prendere qualche rischio con gli ascolti non è un’opzione ma parte della missione» e che i talk show ideali dovrebbero «lasciare un pensiero in più» a chi li guarda.

Quanto alle stanze per i membri del Cda, singole o doppie uso ufficio, niente è stato deciso. In attesa del «piano di sistemazio­ne logistica», i consiglier­i senza scrivania si portano a casa le carte.

Arturo Diaconale Mi fido dell’impegno formale che ha preso con noi Maggioni Se poi le scelte fossero unilateral­i, allora è chiaro che si aprirebbe la conflittua­lità Guelfo Guelfi Com’è andata? Bene, eravamo bellini... nessuna discussion­e, l’assetto di governance è chiaro, noi siamo qui per consigliar­e ma non solo, faremo valere competenze e opinioni

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