Alfano e l’amnistia: la pena va scontata tutta
Arriva da Angelino Alfano la prima risposta di un esponente del governo all’auspicio espresso da papa Francesco perché il Parlamento conceda un’amnistia in occasione del Giubileo. «Il Papa guida le anime e fa questo lavoro. Io che faccio il ministro dell’Interno, ricordo che dietro ogni condannato in via definitiva, c’è una vittima a cui lo Stato deve rispetto», ha detto ieri il ministro alla Festa dell’Unità, a Milano. «Sulla percezione si agisce con la comunicazione: i reati sono calati del 7,7% nel 2014 e di oltre il 9% nel 2015 sul 2014 — ha continuato Alfano —. Le carceri devono essere luoghi di educazione e non di violenta detenzione», per questo «si deve investire sul lavoro», dato che «la recidiva in chi svolge un lavoro in carcere è del 10%» mentre sale al «90%» per quelli che non svolgono alcuna attività. «Chi è condannato deve stare in carcere fino all’ultimo giorno», e «se le carceri sono sovraffollate, ne costruiamo di nuove». Più conciliante il ministro della Giustizia Andrea Orlando, anch’egli ospite della Festa dell’Unità. Dalle parole del Papa «si deve provare a capire come riorganizzare l’esecuzione della pena. In Italia spendiamo 3 miliardi di euro per l’esecuzione della pena, ma abbiamo uno dei più alti tassi di recidiva d’Europa. L’amnistia e l'indulto sono delle gigantesche lotterie. Preferirei che questa richiesta di umanità fosse trasformata in qualche cosa di strutturale». (nella foto Italy Photo Press il Papa all’udienza generale in piazza San Pietro)